I braccianti giunti dalle campagne hanno marciato il 1° Maggio affollando le strade di Reggio Calabria (Calabria) e San Severo (Puglia). Territori e luoghi che storicamente sono stati caratterizzati dalle lotte bracciantili. Così i braccianti di oggi hanno voluto rimettere al centro i temi dei diritti negati nella filiera agricola: paga giusta e dignitosa, riconoscimento della disoccupazione agricola e diritto alla previdenza, acqua potabile, casa, permesso di soggiorno, iscrizione all'anagrafe, trasporto.....
In Calabria gli operai agricoli sono partiti dalla tendopoli di San Ferdinando, proprio là dove oltre 2000 braccianti sono ancora ghettizzati e dove venne ucciso Sekine Traore per mano di un carabiniere, dalle campagne dalla Piana di Gioia Tauro, dalle varie provincie della regione raggiungendo Reggio Calabria con un corteo meticcio e combattivo.
In Puglia i braccianti hanno marciato partendo dalle campagne di Rignano Garganico, già teatro della morte tra le fiamme di Mamadou Konaté e Nouhou Doumbia mentre i sopravvissuti sono da mesi privi di acqua potabile e di un tetto, raggiungendo il centro di San Severo. La stessa località in cui il 23 marzo 1950 venne repressa la lotta dei braccianti addirittura con i carri armati. Tra i lavoratori si contarono un morto e numerosi feriti, e tanti furono gli arresti di uomini e donne che chiedevano diritti sindacali e sociali.
La giornata del 1° Maggio, con il sostegno e la condivisione di numerose delegazioni giunte dalle altre regioni (Lazio, Campania, Basilicata in prima fila) insieme ad associazioni e movimenti territoriali, ha sottolineato l'importanza del progetto di sindacalizzazione ed organizzazione lanciato dall'USB nella filiera agricola. Una filiera che vede schiacciati contadini e braccianti sotto le imposizioni della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) e dell'agro-business.
La nostra lotta per il riconoscimento dei diritti sociali e sindacali è e rimane la nostra bussola , proprio come chiedevano i braccianti di ieri: “pane e lavoro”
Ringraziamo tutte le lavoratrici, lavoratori, disoccupati, precari pensionati, movimenti ed associazioni che hanno sostenuto con determinazione la giornata, trasformando il 1° Maggio in un momento di ricomposizione concreto.
I firmatari dell'appello del 1° Maggio:
Coordinamento Lavoratori agricoli USB - Federazione USB Foggia - Federazione Regionale USB Calabria - Collettivo Autonomo Altra Lamezia - Federazione Regionale USB Basilicata - Collettivo Ri-scossa Studentesca - Federazione Regionale USB Puglia – SOS Rosarno - CoSMi (Comitato Solidarietà Migranti di Reggio Calabria) - c.s.c. Nuvola Rossa di Villa San Giovanni - Associazione Culturale Il Brigante Serra San Bruno - comitato culturale EQUOSUD Reggio Calabria - PSP (Partigiani della Scuola Pubblica) - ACAD (Associazione contro gli Abusi in Divisa) - Centro Internazionale Crocevia - Agri.Bio Emilia Romagna (Associazione produttori e consumatori biologici e biodinamici dell'Emilia-Romagna) - CISPM (Coalizione Internazionale Sans-papiers, Migranti, Rifugiati e Richiedenti asilo)