La relazione 2013 sul sistema della comunicazione, presentata dall’Agcom al Parlamento e di cui hanno dato notizia ieri i media nazionali, indica nel 37,2% la percentuale di italiani che non ha mai avuto accesso ad internet.
E’ la conferma di quanto sosteniamo da tempo, criticando il nuovo modello organizzativo dell’Inps che obbliga all’uso esclusivo dei canali telematici per accedere a molti servizi di competenza dell’ente previdenziale pubblico.
Abbiamo più volte denunciato come si stia estromettendo dal rapporto con l’Istituto una massa consistente di cittadini, obbligati a rivolgersi a soggetti privati esterni come Patronati, Commercialisti, Consulenti.
E’ una battaglia che stiamo conducendo ormai in solitudine dentro l’ente, perché le altre organizzazioni sindacali non vanno al di là di qualche contraddittorio comunicato.
Lo sciopero di mercoledì 3 luglio che, diciamocelo pure con franchezza, non ha avuto complessivamente le adesioni che ci aspettavamo, specialmente in un momento così delicato per il futuro dell’ente e per la tenuta delle retribuzioni dei dipendenti, è riuscito in molte realtà territoriali a mettere in collegamento lavoratori e cittadini utenti. E’ su questa strada che dobbiamo continuare.
A settembre proporremo forme di protesta inusuali e fuori dai canoni stabiliti dalle norme. C’è bisogno di una mobilitazione straordinaria e di eccezionali strumenti di lotta, perché se non c’è una reazione forte e la capacità di costruire un ampio fronte sociale che imponga nuove regole su lavoro e pensioni, tali da recuperare il valore di questi due capisaldi della società democratica, l’Inps è destinato ad un ruolo residuale all’interno dello Stato sociale e i lavoratori ad essere sempre più schiacciati su condizioni subalterne ed economicamente peggiori.
Continuiamo a lottare insieme e facciamolo con sempre più convinzione e partecipazione.
Aderente
alla FSM