Nei giorni scorsi il governo ha presentato una serie di emendamenti al Disegno di Legge di Riforma della Pubblica Amministrazione per attuare con più facilità le norme contenute nella Riforma Brunetta relative a licenziamenti e valutazione del merito.
Commentando i dati relativi al licenziamento di lavoratori pubblici nel 2013, pari a 220 in totale, di cui la metà per motivi disciplinari, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro Marianna Madia avevano infatti annunciato interventi al DDL per facilitare i licenziamenti nella P.A. Ancora una volta ha prevalso una rancorosa ostilità nei confronti dei lavoratori pubblici utile a mascherare lo smantellamento dei servizi.
La messa in mobilità di oltre ventimila lavoratrici e lavoratori delle Province, dei quali chi nei prossimi due anni non troverà una collocazione presso altra amministrazione pubblica potrà essere licenziato, diventa così la prova generale di futuri licenziamenti di massa nel pubblico impiego.
Negli stessi giorni in cui il governo inaspriva le norme sui licenziamenti, la Corte dei conti nel Rapporto annuale sugli enti territoriali evidenziava come i tagli a Enti Locali e Sanità mettano a rischio i servizi e comportino maggiori oneri per i cittadini, puntando l’attenzione soprattutto sulla situazione drammatica della Sanità.
USB da tempo propone di rilanciare l’occupazione pubblica, per salvare i servizi sociali essenziali, per assicurare lavoro ai giovani a cominciare dalla stabilizzazione di tutti i precari della Pubblica Amministrazione, per rilanciare l’economia. Nel pubblico impiego si deve tornare ad assumere in modo massiccio e non accanirsi sull’inasprimento delle norme per poter licenziare con più facilità.
L’Assemblea nazionale convocata dalla USB a Roma il 30 gennaio presso il Cinema Farnese, sarà l’occasione per rilanciare la mobilitazione a favore della maggiore occupazione pubblica e della salvaguardia dei servizi sociali.
USB PUBBLICO IMPIEGO