Il progetto governativo di un’ Agenzia Unica Ispettiva, contenuto, non a caso, nel Jobs Act, prevede la chiusura di tutti gli uffici territoriali del Ministero del Lavoro e la creazione in tutta Italia di sole 18 sedi di questa agenzia, dove verranno trasferiti gli ispettori del lavoro, parte degli impiegati amministrativi del Ministero, nonché tutti gli ispettori dell’Inps e dell’ Inail. Si prevedono 1800 esuberi nel personale amministrativo attualmente in servizio nelle DTL, lavoratori che dovranno essere trasferiti, in sovrannumero, all’Inps ed all’Inail. Con tutte le conseguenze previste dalla normativa in vigore: possibilità di messa in mobilità e di licenziamento di questo personale.
Le 18 agenzie dovranno essere ospitate in immobili messi a disposizione dall’Inps e dall’Inail.
I colleghi e le colleghe ispettori di vigilanza degli enti previdenziali sono fortemente preoccupati per il proprio futuro. E chi non lo sarebbe? Non è chiaro che lavoro dovranno svolgere, dove lo dovranno svolgere e quale sarà la loro retribuzione. Ma sarebbe del tutto sbagliato pensare che il problema riguardi solo loro.
Infatti, la decisione di sottrarre all’Inail e all’Inps il personale ispettivo è carica di conseguenze negative: avrà l’effetto di privare gli Enti delle entrate derivanti dal recupero delle omissioni contributive ed assicurative e di quell’effetto deterrente che le ispezioni sempre hanno; con la conseguenza di un ulteriore colpo alla previdenza pubblica.
Per l’Inps significa minori entrate per le prestazioni (indennità di maternità, di disoccupazione, ecc) e per il sistema pensionistico. Per l’Inail significa mancati recuperi dei premi assicurativi che servono per pagare indennità e rendite da infortunio o malattia professionale.
La scelta di prevedere un’unica sede regionale metterà in serie difficoltà tutti quei lavoratori, non residenti nella città capoluogo, che per presentare una denuncia dovranno affrontare lunghi spostamenti e spese non previste.
La ragione ufficiale, addotta dal ministro Poletti, per la creazione dell’Agenzia Unica è di eliminare un problema molto sentito dalle imprese: quello delle duplicazioni delle ispezioni da parte dei diversi enti. In realtà il problema è risibile, le duplicazioni sono sporadiche, basti pensare che a fronte di milioni di imprese ci sono solo 5.000 ispettori in tutto.
E allora perché questa scelta?
Sicuramente si tratta di un’operazione di taglio di spese, il Ministero del lavoro chiude i suoi uffici periferici con un bel risparmio per canoni e spese di funzionamento, utilizzando gli immobili degli enti come sedi per la futura agenzia.
Ma non è solo questa la ragione. Il vero motivo che sta dietro a questa scelta è tutto politico: l’Agenzia Unica è funzionale al progetto complessivo di riforma del mercato del lavoro realizzato con il Jobs Act.
Il contratto a tutele crescenti in realtà tutela proprio la parte più forte nel rapporto di lavoro, cioè il datore di lavoro, che è ormai libero di licenziare a sua discrezione. Il lavoratore è “solo” davanti all’impresa.
In questo sistema il complesso della legislazione sociale diventa un residuo del passato.
E la bozza del decreto istitutivo dell’Agenzia Unica teorizza che un ispettore di vigilanza non deve neanche avere una sua postazione di lavoro, ma che riceve, magari in via telematica, ordini e direttive dal centro ed è visto come mero esecutore di decisioni prese fuori dal contesto sociale ed economico in cui opera.
Forse qualcuno penserà in cuor suo che in fondo gli ispettori sono dei privilegiati (non lavorano in ufficio, non timbrano!!!) sono una “casta”, ma dobbiamo tutti essere consapevoli che fuori dalla pubblica amministrazione sono in molti a ritenere tutti gli impiegati pubblici dei “privilegiati”, una “casta”.
E non si tratta solo di essere solidali con colleghi in difficoltà, né solo di valutare l’interesse del Ministero del lavoro a discapito dell’interesse generale della pubblica amministrazione: si tratta di essere consapevoli che i cambiamenti possono arrivare molto in fretta e togliere a ciascuno, a tanti, a troppi, la terra da sotto i piedi.
Infatti proprio in questi giorni, sulla stampa, sono ricomparsi articoli sulla privatizzazione dell’Inail, un progetto molto gradito a Renzi.
Inutile dire che privatizzare l’Inail aprirebbe una fetta di mercato per le assicurazioni private estremamente succulenta.
L’Agenzia Unica Ispettiva è un’operazione che ci deve vedere contrari come lavoratori, poiché smantella uffici e funzioni “pensate per la tutela del lavoratore”, e come lavoratori dell’ Ente, poiché indebolisce l’INAIL preparando il terreno a mosse ancora più pericolose.
Se il governo riuscirà in questa operazione senza trovare in INAIL e negli altri Enti pubblici particolare resistenza, continuerà su questa strada. I prossimi a traslocare dal nostro Ente saranno gli avvocati, seguiranno i servizi strumentali (stipendi, ecc.) poi sarà il turno dei servizi medico- legali. E’ così l’INAIL verrà completamente svuotato.
La strategia di Renzi e del Partito democratico è ormai evidente: concentrarsi di volta in volta , con diverse modalità, su un pezzo di Pubblica Amministrazione per distruggerlo e immettere i relativi servizi sul mercato. Come lavoratori INAIL siamo destinati a rimetterci due volte: prima come dipendenti pubblici perché potremmo rischiare il posto di lavoro e una fetta di stipendio, poi come cittadini trovandoci derubati di sempre più servizi pubblici (previdenza, sanità, scuola; ecc.) in un paese dove banche, assicurazioni ed imprese sono sostenute con denaro sottratto al lavoro, al welfare ed al salario.
PER OPPORSI A QUESTO GOVERNO DI DISTRUTTORI NON C’E’ CHE UNA POSSIBILITA’:
UNA MOBILITAZIONE E UNA LOTTA FORTI E COSTANTI.
CHI VI PROPONE ALTRO MENTE, SAPENDO DI MENTIRE!
Per questo la USB ha proclamato lo sciopero degli ispettori di vigilanza di INPS-INAIL-MINISTERO DEL LAVORO e del personale amministrativo delle DTL per le ultime 4 ore di lavoro del 18 marzo prossimo.
LOTTA CON NOI, LOTTA PER TE!
Roma, 11 marzo 2015 USB P.I.
COORDINAMENTO NAZIONALE INAIL