Un nutrito presidio indetto dall'USB sotto le finestre del Ministero della Funzione Pubblica, ha inaugurato la stagione di lotta dei dipendenti pubblici contro le politiche governative ed in particolare contro il DL reclutamento.
Dopo aver ricordato il barbaro omicidio di Adil, il delegato della logistica travolto da un camion durante un presidio davanti ai magazzini della Lidl a Biandrate, tutti gli interventi che si sono succeduti hanno posto l'accento sulla natura classista, clientelare e precaria della PA che emerge dal contenuto del DL reclutamento. Una PA che, invece di rispondere al soddisfacimento dei diritti sociali della cittadinanza, viene ora più che mai disegnata a misura di impresa.
Dalle modalità di reclutamento “semplificate” tutte orientate alle alte professionalità ed all'attuazione del PNRR, alla costruzione di percorsi di carriera ancorati alla valutazione del dirigente di turno ed al possesso di titoli di studio sempre maggiori senza alcun riconoscimento della professionalità già acquisita sul campo, all'invasione da parte della legislazione in una materia (l'ordinamento professionale) che dovrebbe essere, invece, oggetto di contrattazione, emerge una PA costruita come una qualsiasi azienda privata ove i diritti dei lavoratori e la valorizzazione delle professionalità cedono il passo ad una gestione totalmente arbitraria delle politiche del personale.
Nel frattempo, nessun intervento per l’abolizione della tassa sulla malattia e sulla sottrazione alla contrattazione dell’organizzazione del lavoro che, a maggior ragione in una fase di profonda trasformazione come quella che stiamo attraversando, risulta assurdo ed inaccettabile.
La delegazione USB, che è stata ricevuta dal Capo Dipartimento Marcello Fiori, Riccardo Sisti (Ufficio per l’organizzazione del lavoro pubblico) e Valerio Talamo (Ufficio per le Relazioni Sindacali), ha pertanto rappresentato i motivi della protesta e la necessità di intervenire sia per modificare profondamente i contenuti del dl Reclutamento, sia per introdurre quelle modifiche normative che si rendono necessarie per consentire un rinnovo contrattuale delle Funzioni centrali che segni un avanzamento dal punto di vista economico, salariale e normativo.
La battaglia naturalmente proseguirà sia in sede di conversione del decreto legge, ove interverremo per aprire le necessarie interlocuzioni politiche, sia al tavolo di contrattazione con l'Aran. Ma soprattutto la battaglia ci dovrà vedere protagonisti nelle piazze perché soltanto la lotta ed il conflitto possono produrre quella inversione di tendenza più che mai necessaria per contrastare la riforma non dichiarata della PA del Governo Draghi e quella che si configura come l'ennesima stagione di attacco al settore pubblico ed ai lavoratori. Con toni magari più pacati e suadenti, ma con contenuti che nella migliore delle ipotesi non segnano la necessaria discontinuità con la campagna mediatica contro i dipendenti pubblici inaugurata nel 2008.
USB Pubblico Impiego
21-6-21