La Confcommercio e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs UIL hanno firmato ieri, in tarda serata, per il rinnovo del contratto del commercio. All'insaputa dei circa tre milioni i lavoratori interessati.
Leggendo una nota de “Il Sole 24 ore” di stamane i nostri timori si dimostrano fondati, questo rinnovo, in linea con i precedenti, recepisce il peggio del “Jobs Act” e incide negativamente nella vita di oltre 3 milioni addetti del settore, la maggioranza dei quali sono donne.
«Da quanto apprendiamo dalle prime indiscrezioni stampa,» - dichiara Francesco Iacovone dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato - « la firma di questa intesa è un attacco gravissimo ai diritti dei lavoratori. Dopo aver abolito per contratto il diritto alla malattia e al riposo domenicale e festivo, questo rinnovo sancisce la fine degli ancora pochi diritti rimasti per gli addetti del commercio.»
«Confcommercio passa all'incasso» - prosegue il sindacalista Usb - «e dopo aver ottenuto, attraverso Renzi e il suo il Jobs Act, la libertà di poter decidere se licenziare o meno molti di questi già sfortunati lavoratori, Cgil Cisl e Uil gli servono su un piatto d'argento sottoinquadramento, straordinari obbligatori e non pagati (recuperati nell'arco dell'anno successivo), e flessibilità fino a 44 ore settimanali, in barba alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.»
«In attesa del testo per poter fare un'analisi più approfondita, una cosa è certa: la farsa del rinnovo separato è finita» - conclude Francesco Iacovone - «La Filcams Cgil, che non aveva firmato l'ultimo rinnovo contrattuale, stavolta appone il sigillo su un contratto peggiore di quello che aveva “contestato” 4 anni fa, lanciando con un tweet l'hashtag #questisiamonoi. Nulla di nuovo, noi lo sapevamo già »