Nel mirino la gestione clientelare del mercato del lavoro
Avevano fondamento eccome le pubbliche denunce di Usb sull’operato della Sacal e dei suoi dirigenti, l’ultima non più tardi di ieri. Nonostante si facesse scudo dell’apprezzamento dei sindacati confederali e della politica locale, è stata la magistratura questa mattina a decapitare la società di gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme, che ha in carico anche gli scali di Reggio Calabria e Crotone. Ai domiciliari sono finiti il presidente Massimo Colosimo, il direttore generale Pierluigi Mancuso e la responsabile dell’Ufficio legale, Ester Michienzi con le accuse di corruzione, peculato, falso, abuso d’ufficio e concussione. Misure interdittive sono state disposte per i 12 componenti del cda. Ora il collegio sindacale deve convocare l’assemblea straordinaria per la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione.
Per il procuratore Salvatore Curcio c’era “un contesto di malaffare nella amministrazione della spesa pubblica e, ancora una volta, la gestione clientelare del mercato del lavoro in Calabria, con il consenso e la connivenza di esponenti della politica locale”. Al centro delle indagini le assunzioni con il progetto Garanzia Giovani: ad essere inseriti in Sacal, attraverso il progetto finanziato con fondi pubblici, regionali ed Europei, secondo quanto accertato dagli inquirenti, sarebbero stati amici e parenti degli indagati, che avrebbero ottenuto il tirocinio attraverso anche pressioni di politici locali e dirigenti pubblici.
Usb mentre tutti si sperticavano nelle lodi della Sacal da tempo andava denunciando i misfatti della dirigenza e il tentativo di attaccare retribuzioni e diritti dei dipendenti. Ma Colosimo, Mancuso e soci con Usb non parlavano: loro al tavolo volevano soltanto Cgil, Cisl e Uil. Chiedevamo di costringere la dirigenza a produrre, con documenti cartacei e verificabili, quali somme e a quale titolo venivano elargiti benefit, indennità ad personam, AFA, e tutti gli altri importi estranei alle normali voci contributive. Volevamo sapere perché non venivano resi pubblici tutti gli importi percepiti da Colosimo a qualunque titolo e per qualunque motivo, dall’inizio del proprio mandato ad oggi. Zero risposte.
Sul sito www.lametino.it leggerete quel che sono stati capaci di fare Colosimo e compagnia. Usb intanto ribadisce a gran voce che non uno solo dei lavoratori di Sacal deve pagare lo scotto delle malefatte dei ladri. E lo diciamo tra gli altri, perché ben intenda, anche alla società Adr, che figura tra i soci di Sacal insieme ai comuni di Lamezia e Catanzaro, alla provincia di Catanzaro e al signor Antonino Tripodi di Lamezia Sviluppo.
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