Lo sciopero di venerdì 12 luglio non è lo sciopero della USB.
E’ lo sciopero di chi crede che c’è un tempo per la discussione, la trattativa, gli incontri e le assemblee, ma c’è anche un tempo per alzare il livello della protesta e dare un segnale forte.
E’ uno strumento di lotta che USB mette a disposizione dei lavoratori dell’INAIL che vogliono dimostrare, rimettendoci un’ora di lavoro, che la misura è davvero colma ed è necessario cambiare rotta.
Troppe volte abbiamo assistito a impegni non rispettati, a risposte non date, a soluzioni neanche cercate.
Fino ad arrivare al punto in cui siamo, che fa presagire che neanche il senso di responsabilità e di appartenenza del personale potrà salvare la baracca.
Catastrofisti?
Malessere, senso di frustrazione, impotenza, disagio nei confronti dell’utenza, buio assoluto sul fine delle scelte organizzative dell’Amministrazione.
Parlare di catastrofismo in questo contesto significa tapparsi gli occhi e negare la realtà.
Paradossalmente la procedura Agenda ha avuto un unico, grande pregio: quello di scoperchiare il vaso di Pandora e far uscire allo scoperto quello che covava ormai da anni sotto la cenere.
Manca ormai da anni una chiara visione politica sul futuro dell’Istituto, o meglio, la situazione attuale rappresenta il frutto avvelenato di una sciagurata visione politica.
All’attenzione verso i lavoratori e l’utenza si è preferito volgere lo sguardo agli appalti informatici, alla vendita/acquisto del patrimonio immobiliare, alla gestione finanziaria degli investimenti azionari.
Mentre negli ultimi giorni all’INPS si sono alternati il Ministro della Funzione Pubblica On. Bongiorno ed il Ministro del Lavoro On. Di Maio, in videoconferenza con tutto il territorio nazionale, per dare il benvenuto ai primi 2.000 neo assunti, degli oltre 5.000 che arriveranno nei prossimi mesi, l’INAIL non compare neanche nel DPCM 20/06/2019 tra le amministrazioni autorizzate ad avviare le procedure di reclutamento.
Del resto, con la determina presidenziale 207, l’amministrazione ha sancito che nei prossimi tre anni il saldo tra uscite e nuovi ingressi sarà negativo: il turn over per l’anno 2020 si chiuderà con una differenza di -353 nell’area C, di cui – 307 per il solo profilo amministrativo.
Vale a dire che mentre le altre amministrazioni riescono a far fronte alle uscite, cercando di incrementare le presenze oltre il semplice turn over, l’INAIL perde i pezzi e non solo nei numeri. Al riguardo, si veda la proposta di legge C. 1266 Speranza, in discussione alla XI Commissione lavoro della Camera, che in merito al futuro ruolo dell’Istituto spazza via definitivamente la funzione ispettiva e lascia all’INAIL il compito della prevenzione e della formazione, ovvero quello di consulente per le aziende in tema di sicurezza.
In aggiunta, viste le attuali norme sulle progressioni di carriera (legge Madia), i ridottissimi numeri previsti nel piano dei fabbisogni consentiranno nei prossimi tre anni solo il passaggio di 90 unità tra l’area B e l’area C, lasciando ancora al palo, imprigionati nella gabbia del mansionismo, migliaia di colleghi che da oltre un decennio, sono in attesa del riconoscimento della professionalità raggiunta e del lavoro svolto.
Lo sciopero è a disposizione di tutti! Se lo faremo in pochi o in tanti dipende dai lavoratori.
Per noi non sarà una vittoria o una sconfitta, ma la misurazione del grado di sofferenza del personale, indipendentemente dalla sua appartenenza sindacale.
Un’occasione per affermare con uno degli ultimi, efficaci strumenti di lotta che abbiamo ancora a disposizione, la dignità del nostro lavoro e la difesa del servizio all’utenza.
VENERDI 12 GIUGNO
SCIOPERO DI TUTTO I LAVORATORI INAIL
ULTIMA ORA DI OGNI TURNO
Roma 11 luglio 2019 USBP.I. INAIL