Sicurezza nel trasporto pubblico locale per cittadini e lavoratori, tutela salariale e occupazionale dei lavoratori del settore, reinternalizzazione degli appalti, questi i nodi dello sciopero e della mobilitazione indetta per venerdì 23 ottobre.
La situazione così non è gestibile ma di fatto si fa finta di nulla. Al primo posto noi mettiamo la salute e la sicurezza dei lavoratori del trasporto pubblico locale e dei cittadini, mentre le misure messe in atto dalla Regione e dalle aziende non sono adeguate. L’atteggiamento di Bonaccini e del ministro De Micheli nel minimizzare pericoli e criticità, negare l’affollamento e quello che sta causando non è accettabile. Pensare che si possa stare in cinque in un metro quadro pensando che basti l’aerazione è una cosa grave.
Dobbiamo reagire e dare una risposta alle politiche nazionali e regionali su come viene il gestito il sistema di trasporto pubblico. Le misure messe in atto concretamente dalla regione e dalle aziende di trasporto pubblico non sono adeguate a gestire la situazione per come si sta rapidamente evolvendo. Come USB, dopo solleciti infruttuosi, abbiamo aperto le procedure di diffida e di denuncia sulle mancanze di misure sufficienti per contrastare il contagio di Covid-19.
A questo si aggiunge la questione della gestione selvaggia, a dir poco, degli appalti e la questione del trattamento economico e normativo dei lavoratori che stanno facendo fronte a questa emergenza con grande sacrificio personale e collettivo ma che vengono ripagati con la decurtazione del reddito, sanzioni disciplinari e minacce di licenziamento.
Lo stanziamento di fondi, da parte del Governo, al trasporto pubblico locale non ha ancora un impatto concreto e sufficiente: questi fondi sarebbero dovuti servire a colmare il buco di bilancio dovuto al lockdown, ma soprattutto a intensificare e potenziare i servizi.
L’ultima notizia è quella dell’arrivo di altri 120 autobus (per tutto il territorio regionale), ma noi riteniamo necessario un piano ben più consistente a livello regionale e nazionale. L’incremento del numero dei mezzi, stando ai numeri dati dalla regione rispetto al periodo pre-covid, è stato solo del 12%, ma per dare sicurezza è necessario un incremento nelle ore di punta del 70% nel servizio urbano e del 42% di quello extraurbano.
A Bologna davanti alla sede dell'azienda Tper di via Saliceto, alle 10,30 si terrà anche un presidio di protesta dove verrà presentato un esposto ai Nas e all’AUSL sulle condizioni del servizio.
A Bologna e Ferrara lo sciopero si svolgerà tra le 10.00 e le 14.00, su Modena (dove lo sciopero urbano si è già svolto lunedì scorso) l’astensione riguarderà l’extraurbano in concessione dalle 8.30 alle 12.30, in Romagna e anche a Parma lo sciopero è stato invece proclamato dalle 17.00 alle 21.00.
Bologna 22/10/2020
USB LAVORO PRIVATO – TPL EMILIA ROMAGNA