L’incontro in Direzione Regionale del 22 ottobre scorso, ci ha riservato un avvenimento decisamente insolito: nessuna O.S. se l'è sentita di sottoscrivere, seduta stante, l’ipotesi di accordo sull'orario presentata dalla D.R. in quanto difforme dalle richieste (nero su bianco) dei lavoratori di Belluno, Padova, Verona e di altri uffici del Veneto. Insomma, una piacevole eccezione dal momento che come RdB riteniamo essere, invece, proprio questa la regola principe di chi fa sindacato.
L’incontro definitivo, nel quale le OO.SS. dovranno dare o meno il loro assenso all'ipotesi di accordo, che alleghiamo, è fissato per il 3 novembre prossimo.
Partendo dalla concretezza dello stato di agitazione indetto a Belluno e dilagato in molti altri uffici del Veneto, ad una DR che da sempre ripete come l’orario di servizio e di apertura al pubblico siano prerogative dell'Amministrazione mentre solo quello di lavoro sia riservato alla contrattazione, è stato ribadito che modificare unilateralmente l’orario di servizio - come nel caso di Belluno - equivaleva a cambiare unilateralmente anche lo stesso orario di lavoro.
Nell’allegata bozza di accordo, sulla quale le OO.SS. dovranno esprimersi, l'orario di servizio è stato fissato alle 7.45 rispetto ad una ipotesi iniziale che prevedeva le ore 8.00. Una salomonica mediazione a 15 minuti, se da una parte resta inaccettabile a fronte delle nette prese di posizione dei lavoratori di svariati uffici della regione che, non solo a Belluno, difendono le ragioni dell'ingresso alle 7.30, dall’altra rende evidente che anche nel Veneto l’orario di servizio deve diventare oggetto di accordo perché costituisce la precondizione per una contrattazione vera sull'orario di lavoro.Niente affatto rassicuranti ci sembrano poi le disposizioni della bozza riguardanti l’orario di apertura al pubblico, laddove si prescrive che "La definizione dell’orario di apertura al pubblico avverrà a cura del Direttore Provinciale, non appena incardinato”, che autorizza più di un sospetto in ordine alla volontà della D.R. di poter realizzare finalmente quello che da anni è un suo "sogno nel cassetto": un orario di apertura al pubblico uguale in tutta la regione, dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 16.30 nei giorni di Martedì e Giovedì. E’ del tutto evidente che una simile impostazione risponde ad un bisogno di ordine del tutto autocentrato e "in odor di caserma", con buona pace delle specificità territoriali che fanno sì che - ad esempio - pur con lo stesso numero di ore di apertura pomeridiana, si possa offrire un servizio all'utenza per più di due giorni nell'arco della settimana (come nel caso di Verona). Oppure, il fatto che presso molti uffici la stessa utenza affolli l'ingresso già prima di un apertura prevista alle ore 8.30. Infatti in molti Uffici è ritenuto dai dipendenti e dall’utenza più funzionale l’apertura al pubblico al mattino dalle 8.30 alle 12.30.e finora questo orario non ha creato nessun intoppo al buon funzionamento degli uffici, quindi a nostro avviso và aperto un confronto tra ogni singola DP, rsu e OO.SS senza subire l’imposizione dalla DRE o dalla DP. Infine l’accordo di cui si chiede la firma sindacale a livello regionale afferma “In via transitoria e fino a chiusura della trattativa locale sull’orario di lavoro, i profili orari delle istituende Direzioni Provinciali saranno limitati alle ipotesi previste nelle lettere a) 7 ore e 12 minuti per cinque giorni settimanali;b) c) con obbligo di pausa pranzo di almeno 30 minuti.” E’ evidente che questo accordo rende definitivo quanto è già previsto dall’o.d.s. n.3 di Belluno che è andato a tagliare quanto previsto da accordi preesistenti in cui nel profilo orario a)la pausa è un diritto non un obbligo!
Come RdB ci riteniamo vincolati dal mandato che abbiamo avuto dai lavoratori e riteniamo fondamentale che ci si pronunci, possibilmente tramite assemblee indette unitariamente.
Una cosa per noi è certa: non possiamo siglare accordi che danno carta bianca alla DRE nel taglio dei diritti sotto il ricatto che se non avviene la firma, a Belluno sarà di nuovo vigente anche la parte dell’o.d.s. n.3 temporaneamente sospesa ossia la flessibilità in entrata a partire dalle 8.00.
Siamo confortati nell’intraprendere questa battaglia per la democrazia sul posto di lavoro anche dall’alta partecipazione allo sciopero generale del sindacalismo di base del 23 ottobre in molti Uffici delle Entrate della nostra regione che leggiamo anche come protesta ai tagli dei diritti che stanno avvenendo contestualmente all’istituzione delle DP alle Entrate.