Le promesse del Ministero degli Interni sono cadute nel vuoto ben prima della crisi di governo. Più uomini, più fondi, più sicurezza per i lavoratori queste erano le parole d’ordine del Ministro in divisa. Ad oggi, nulla è stato fatto, anzi il soccorso professionista viene chiuso, incoraggiando il proliferare di associazioni di volontariato.
A Viterbo, per esempio, il nucleo sommozzatori (punta di diamante del soccorso in acqua) viene smantellato ed il soccorso nelle acque interne, che la legge 1570/41 demanda ai VVF, diventa sempre più appalto del volontariato.
Il “Non ci sono i soldi” è il mantra ripetuto ai rappresentanti di Usb che pretendono i diritti e dignità per i lavoratori del settore che continuano ad operare con contratti precari, gli stipendi più bassi della categoria e senza assicurazione Inail.
I momenti di crisi economica sono la scusa migliore per redistribuire la ricchezza verso l’alto, welfare, soccorso e diritti di base vengono demandati completamente alla buona volontà delle persone che, spesso, si muovono senza una formazione specifica e senza alcuna tutela.
Il “Non ci sono i soldi” è solo una scusa per avallare scelte politiche già decise a priori, altrimenti non si proporrebbe una stessa tassazione per redditi medi e redditi alti.
Uno stato che toglie fondi e professionismo ad un settore vitale come il soccorso, è all'altezza del popolo che rappresenta?
Come Usb VVF non ci fermiamo ai contentini. La sede di Tarquinia, diventata permanente dopo molte pressioni da parte del sindacato e dei lavoratori, deve avere il proprio personale fisso, non si possono togliere uomini alla sede di Viterbo.
E’ necessario un presidio fisso di VVF nei laghi della provincia e un aumento di organico nella sede di Civita Castellana e, in quella centrale, di Viterbo, in modo da garantire una seconda partenza.
Coordinamento provinciale Usb VVF Viterbo