Lavoratori, oggi nel Corpo nazionale il 40 % dei lavoratori è rappresentato dal popolo dei discontinui, ora riqualificati in “volontari”, nel senso che, hanno scelto volontariamente di essere precari nei Vigili del fuoco!!
Questi lavoratori, almeno fino a prova contraria, sono soggetti a tutte le norme del personale permanente, sono equiparati a tutti gli effetti ai lavoratori stabili. Svolgono le stesse mansioni, hanno la stessa qualifica nell’esercizio delle funzioni assegnate, godono dei benefici previdenziali ed assistenziali, li assistiamo in caso di infortuni, rischiano la vita come tutti gli altri componenti della squadra, ma NON godono degli stessi diritti!
Vi sono comunque diverse pecche nel rapporto di lavoro dei precari VVF, tanti lati oscuri, ma in particolare c’è una forte disparità nella disciplina e nell’accesso alla difesa a fronte di un’eventuale sanzione. Il personale discontinuo/precario, oggi volontario, deve attenersi giornalmente a tutte le regole e le norme del codice disciplinare del personale permanente: deve conformare la sua condotta ai doveri costituzionali; servire la Repubblica; avere un comportamento responsabile; ecc.. ecc..
Nei confronti di chi non si adatta alla normata condotta si applicano le sanzioni disciplinari previste per le varie violazioni, che vanno dal rimprovero al “licenziamento”, e in quanto precari non si capisce da che cosa debbano essere licenziati. Il caso che abbiamo affrontato in questi giorni è indicativo del livello di equità esistente tra lavoratori a tempo indeterminato e determinato nel corpo, rappresentata da una sostanziale disparità nei diritti, tra queste classi di lavoratori, ampiamente voluta da questo dipartimento. Rimane sempre e solo da ringraziare la pubblicizzazione del rapporto di lavoro dove i diritti dei lavoratori sono diventati gentilissime concessioni!
Un vigile discontinuo, di un Comando provinciale, a seguito di incidente stradale in itinere, regolarmente verbalizzato, per non perdere il turno e recuperare un po’ di salario decide di svolgere il proprio servizio, fa presente della sua precaria condizione pensando di avere la considerazione del gruppo di cui fa parte. Il gruppo, o meglio il turno di appartenenza, invece di agevolarlo, vista la precarietà del lavoro e delle condizioni fisiche, lo “mette in mezzo” obbligandolo a montare la scala italiana. Alle sue rimostranze il Kapò di turno segnala l’accaduto al dirigente, che diligentemente invia tutto al dipartimento! Una solerzia da veri manager della pubblica amministrazione!
Il Dipartimento sempre coscienziosamente, e doveroso del rispetto delle regole, lo sanziona comminandogli una CENSURA.
Ci siamo rivolti al Collegio Arbitrale previsto per tutto il personale del Corpo nazionale per impugnare il provvedimento, il quale molto laconicamente ha sentenziato: i vigili discontinui, oggi volontari, hanno gli stessi doveri dei permanenti. Tuttavia, anche essendoci una equiparazione per quanto riguarda le sanzioni disciplinari da comminare, manca ogni riferimento a strumenti, modalità ed organismi in caso di impugnazione! ( vedi allegato ).
A parte le considerazioni generali sull’accaduto, fatto che riteniamo potesse benissimo essere ricondotto in una sanzione di livello locale, in quanto rientrava nella piena autonomia dirigenziale. Rimaniamo sconcertati, basiti, dall’atteggiamento tenuto dal Dipartimento nei riguardi di un precario, che non solo si prestava ad offrire la propria disponibilità nel portare avanti questa macchina del soccorso, ma non gli viene, per contro, data nemmeno la possibilità di potersi difendere ! deve solo subire… precario e mazziato !
Nel ministero delle garanzie un popolo di precari senza diritti!