Come si può chiamare l’operazione che si fa per ritardare i pagamenti di somme già stanziate ai lavoratori?
Bloccano i contratti pubblici, ancora, fino al 2015 e poi forse anche sino al 2020, cercando di buttare i dipendenti pubblici nella povertà, ma a quanto pare oggi c’è accanimento verso i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate, si cerca di ostacolare anche la dovuta entrata del salario accessorio, ormai unica “boccata d’aria” per i lavoratori.
Mentre non si fa nulla per combattere in modo reale l’evasione fiscale, la corruzione e proporre un rilancio dell’economia per ridare speranza agli italiani, si fa di tutto per distruggere il pubblico impiego: non solo bloccando i contratti, ma ritardando anche la distribuzione dei fondi già stanziati e che riguardano il lontano 2012!
Ma noi a tutto questo non ci stiamo, siamo noi dipendenti pubblici a reggere ancora quanto rimane dei servizi pubblici, siamo noi che facciamo ancora funzionare la macchina pubblica: fisco, scuola, sanità, previdenza, siamo noi che ancora chiediamo di poter lavorare bene contro l’evasione. Ma siamo anche noi che difendiamo i nostri diritti e non vogliamo essere presi in giro.
Vogliamo quanto ci spetta, vogliamo quanto è stato già stanziato, per questo abbiamo chiesto un incontro urgente per la distribuzione dei fondi fermi da giugno nei palazzi regionali.