Intorno alle 8.15 di lunedì 27, nello stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto, in Agglomerato, mentre lavoratori di una ditta dell'appalto stavano svolgendo operazioni di lavaggio del filtro Meep D 81, dall'alto (circa sei metri), sono cadute parti di piastre pesanti e taglienti.
Un dipendente ha riportato una ferita sul collo; è stato necessario ricorrere alle cure degli operatori sanitari che hanno suturato la ferita con otto punti. Nessuna conseguenza per l'altro lavoratore, raggiunto dai frammenti sul casco.
La sicurezza all'interno della fabbrica, e soprattutto per le ditte dell'appalto, continua ad essere di assoluta attualità. Il problema è ancora più serio perché le aziende, al collasso per gravi ritardi nei pagamenti, acquisiscono commesse al ribasso, e rischiano di riversare il tutto sui lavoratori.
Usb ribadisce che l'impianto di agglomerazione continua ad andare verso l'implosione dal punto di vista strutturale ed ambientale. Questa mattina, Usb depositerà l’ennesima denuncia allo Spesal chiedendo un intervento mirato a valutare le condizioni alla luce degli ultimissimi fatti. Nello specifico dell'Agglomerato, nonostante l'installazione dei filtri Meros, l'impianto risulta deficitario rispetto al trattenimento delle polveri fini diffuse e non convogliate, facilmente visibili anche a occhio nudo. Parliamo di polveri massive e non controllate. Questo determina una grave esposizione agli agenti cancerogeni, da parte dei lavoratori che operano in quel reparto.
A quanto pare intanto, questa mattina in Afo 1 è stato chiamato improvvisamente dall'azienda, per una consulenza, l'ingegnere De Felice, a dimostrazione del fatto che in quell'area in particolare vi è una situazione molto delicata e precaria. Per questo motivo le parole di Franco Bernabè prima al Mise e poi in audizione nelle commissioni regionali, ci preoccupano, soprattutto quando il presidente di ADI fa riferimento ad un lasso di tempo lungo 10 anni. Non è pensabile aspettare ancora per risolvere tutta una serie di questioni assolutamente urgenti. Dunque, cambiano le gestioni sugli impianti, soprattutto in Agglomerato, ma la situazione continua ad essere critica perché si ripropone sempre lo stesso modello incarnato da Lucia Morselli.
USB Taranto