Il fatto: dopo il sit in tenuto il giorno 18 aprile davanti alla sede dell’AIAS le sigle sindacali (fra cui l’USB) che hanno proclamato lo stato di agitazione per protestare contro i 133 licenziamenti programmati e per chiedere la regolarità nell’erogazione dei salari e degli stipendi, hanno deciso di lasciare le proprie bandiere appese sulla recinzione dell’edificio che ospita l’Associazione.
Il giorno successivo le bandiere non erano più al loro posto. Asportate e messe da parte. Accantonate in un angolo.
Questo gesto sta a dimostrare, ancora una volta, quale è il grado di tolleranza che ha questa Associazione nei confronti dei sindacati quando si rifiutano di firmare i provvedimenti che portano ai licenziamenti.
E non è questione di rapporti sindacali, l’Azienda vuole nascondere lo stato d’agitazione e soprattutto le cause che lo hanno determinato.
Vuole nascondere il fatto che in modo unilaterale vuole procedere al licenziamento di 133 persone.
Vuole nascondere il fatto che i lavoratori sono in attesa di ben 4 mensilità arretrate oltre la tredicesima.
Può nascondere le bandiere non questi fatti!
E saranno i lavoratori, assieme ai loro sindacati, quelli non complici, a ricordarglielo.
E lo faranno martedì 23 Aprile in occasione dell’audizione in consiglio regionale.