La riunione di ieri all’Aran per il rinnovo del CCNL del comparto Sanità ha confermato, semmai ce ne fosse stato bisogno, tre cose:
- La prima è che l’apertura della stagione dei rinnovi contrattuali con quello della sanità, spacciato dal Governo come segnale di estrema attenzione verso gli operatori sanitari, si sta rivelando per quello che avevamo da subito denunciato e cioè l’ennesima presa in giro se è vero, come è vero, che dalla prima riunione del 20 marzo a oggi non è stato fatto nessun passo avanti significativo e che la sigla avverrà con il solito cronico ritardo.
- La seconda conferma è che “bambole non c’è una lira”. Infatti le risorse stanziate sono quelle, misere, che non garantiranno nemmeno il recupero sull’inflazione e che non permetteranno, oltre a un risibile aumento stipendiale, nessun tipo di incremento delle indennità.
- La terza conferma è che la mobilitazione nazionale di ieri 25 giugno con la quale USB, attraverso volantinaggi negli ospedali e nei posti di lavoro e incontri con le lavoratrici e i lavoratori, ha diffuso la propria piattaforma rivendicativa spiegandone i punti principali, è stata quanto mai azzeccata.
USB non si rassegna, come invece sembra accadere ad altre OS, ad accettare un rinnovo contrattuale che prenda atto “ della scarsità di risorse economiche messe a disposizione” e si limiti a interventi marginali sulla parte normativa che, seppur importanti per alcune categorie di dipendenti, sono assolutamente irrilevanti nel contesto generale.
USB continuerà quindi il percorso di mobilitazione, per chieder con forza quanto contenuto nella nostra piattaforma contrattuale, a partire dallo stanziamento di risorse per aumenti veri e di risorse per il raddoppio di tutte le indennità.
La piattaforma contrattuale di USB è raggiungibile tramite banner su Quotidiano Sanità o direttamente dal seguente link https://www.usbpi.it/campagne/sanita
USB PI SANITÀ