Il giudice “dichiara l’antisindacalità della condotta della società convenuta consistente nella mancata convocazione del sindacato ai fini dell’individuazione dei contingentamenti relativi ai servizi minimi essenziali nonché nell’aver comandato, con riferimento agli scioperi del 13.06.2016 e 11.07.2016, un numero eccessivo di lavoratori”, si conclude in questo modo la sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma del 30 novembre 2016.
Una vittoria di USB e dei lavoratori che hanno inteso respingere l’arroganza della COOP. 29 GIUGNO che gestiva gli appalti del servizio di pulizia e manutenzione presso i depositi ATAC di Roma, che nell’estate del 2016 ha posto in essere un comportamento antisindacale durante due nostri scioperi.
E' una sentenza importantissima perché conferma le ragioni del nostro Sindacato che da anni denuncia l’uso e l’abuso da parte delle aziende che interpretano a loro vantaggio la legge 146/90 sul diritto di sciopero, usandola come un vero e proprio strumento “istituzionale” di contrasto alle lotte dei lavoratori.
Ma questa sentenza è importante anche perché, a pochi giorni dall'effettuazione del referendum sulla “deforma” costituzionale del 4 dicembre p.v., ci ricordava che la COSTITUZIONE all’art. 40, DEFINISCE IL DIRITTO DÌ SCIOPERO COME UN DIRITTO ASSOLUTO DELLA PERSONA!
Questa sentenza ci dice che fa bene USB ad essere presente tutti i giorni nelle piazze, nei posti di lavoro e sui territori, a lottare per i diritti inviolabili dei lavoratori e dei cittadini. Che ha fatto bene ad affermare e sostenere il NO a Renzi ed a ribadire che la Carta Costituzionale non va cambiata ma applicata, a cominciare dal suo primo articolo e cioè che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Quel lavoro che oggi si compra dal tabaccaio con i voucher, quel lavoro senza più diritti cancellati dal jobs-act, quel lavoro e quei lavoratori lasciati allo strapotere delle aziende da cigl, cisl e uil.
Ci dice che oggi, come ieri, c’è ancora tanto bisogno di sindacato, di un Sindacato generale e di massa che contrasti le politiche autoritarie che hanno come unico obiettivo quello di vendere i lavoratori, i cittadini e i beni comuni di questo paese ai privati e al profitto.
Ci dice che oggi c’è ancora assoluta necessità di dissenzo e di conflitto contro coloro che tra diritti negati, bassi salari, assenza di democrazia sindacale, ha reso il mondo del lavoro una giungla.
Ma è anche sul piano delle lotte e delle dinamiche sindacali che questa sentenza va letta con attenzione. In questo caso specifico la Coop 29 Giugno è stata condannata perché ha aggirarato la legge e non ha convocato il sindacato per concordare i “servizi minimi essenziali” durante lo sciopero e perché ha comandato in servizio un numero di lavoratori molto superiore a quelli che la legge prevede. E lo ha fatto in modo ripetuto e quindi intimidatorio “ledendo gli interessi del sindacato e dei lavoratori determinando un ostacolo e una restrizione al libero svolgimento dell’attività sindacale”.
Sulla individuazione delle prestazioni indispensabili e le soglie minime di servizio, spesso usate dalle aziende come ricatto nei confronti del sindacato e dei lavoratori, la sentenza sottolinea che: “la circostanza riveste valore pregante nel caso di specie, che il constatato impegno ad una negoziazione sulle prestazioni indispensabili rivolto alle parti sociali pur non integrando un vero e proprio obbligo…comporta comunque un vero e proprio dovere a dar corso ad una trattativa negoziale sulle prestazioni indispensabili da garantire in caso di sciopero” ...... e ancora che comandare un numero addirittura più alto del 50% del totale dei lavoratori rispetto a quello dei soli lavoratori previsti per l’espletamento dei servizi minimi essenziali, significa consentire al datore di lavoro un utilizzo improprio della legge e dei lavoratori.
Nonostante questa importante sentenza continuiamo ad esprimere assoluta contrarietà nei confronti della 146/90 che è una vera e propria legge antisciopero e sentenze come questa evidenziano ancor di più che sempre più spesso questa legge viene addirittura usata dalle aziende in modo distorto ed estensivo.
Se a questo si aggiunge anche il profilo "di parte" che la Commissione di Garanzia da sempre sostiene, questa sentenza assume ancor più rilevanza.
USB continuerà a denunciare e a contrastare la legge antisciopero e il suo pesante utilizzo da parte di aziende e governi e considera sempre più necessaria una legge democratica sulla rappresentanza sindacale.