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Ispettorato del Lavoro, lo scandalo del reintegro di Renato Pingue alla direzione di Napoli arriva in Parlamento: interrogazione urgente a Di Maio

Roma,

I deputati Stefano Fassina, Federico Fornaro e Guglielmo Epifani hanno rivolto un’interpellanza urgente al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali sulla vicenda di Renato Pingue, il capo dell’Ispettorato Interregionale del Lavoro di Napoli – dal quale dipendono gli ispettorati di Campania, Molise, Basilicata, Puglia e Calabria – arrestato per corruzione il 7 novembre 2018. Arresti giunti al termine di un’inchiesta della Procura di Avellino nata da una denuncia dell’Unione Sindacale di Base sulle pratiche in uso all’Ispettorato territoriale del Lavoro di Avellino, dove ci si preoccupava di tutelare aziende “amiche” anziché i lavoratori. E presso una di queste aziende “amiche” era stato assunto il figlio del dirigente.

L’arresto aveva fatto scattare la sospensione immediata di Pingue dall’incarico, decisione all’epoca sottolineata dal nuovo capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Leonardo Alestra, con parole inequivocabili: “L’Ispettorato non transige su comportamenti che mettono in dubbio l’operato degli ispettori ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria per chiarire la vicenda e appurare la verità dei fatti”.

Nell’interpellanza si chiede come mai, con un procedimento penale ancora pendente, Renato Pingue sia stato reintegrato il 3 aprile nel suo incarico di Capo dell’Ispettorato Interregionale di Napoli con provvedimento firmato da Giuseppe Diana, direttore centrale Risorse umane, finanziarie e logistiche dell’INL. Decisione intervenuta non in base a sentenza di assoluzione o proscioglimento, ma sulla semplice revoca della misura restrittiva presa il 18 gennaio 2019 dal Tribunale del Riesame di Napoli.

Il provvedimento del Riesame non intacca minimamente la gravità degli addebiti contestati a Pingue e non va dunque letto come una sentenza di assoluzione. Soprattutto nessun “fatto” è stato smentito anzi sono assolutamente provati e i soli “fatti accertati” nonché i comportamenti posti in essere, da soli per ragioni di doverosa opportunità avrebbero dovuto imporre di tenerlo lontano da dove ancor oggi è in conflitto di interesse. Per questo Fassina, Fornaro ed Epifani chiedono al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio se non ritenga inopportuno, improvvido e contrario ai doveri di trasparenza e correttezza della Pubblica Amministrazione il reintegro nella sede e nell’incarico; se non lo ritenga un pessimo segnale alle decine di migliaia di lavoratori “coinvolti, loro malgrado, nel sempre più pervasivo fenomeno dell’interposizione illecita e fraudolenta di manodopera che, si sta estendendo a macchia d’olio, devastando il tessuto produttivo dell’intero Paese e le reali condizioni di vita e di lavoro delle persone” ; se non ritenga infine di intervenire presso i vertici dell’INL per rimuovere Renato Pingue dall’incarico nel quale è stato reintegrato fino al 22 gennaio 2020 (data di scadenza naturale).

Roma, 29 maggio 2019

 

Confederazione Unione Sindacale di Base

 

Il testo integrale dell’interpellanza: aic.camera.it/aic/scheda.html