Oggi sabato 30 Maggio rendiamo pubblica la presenza di un gruppo di famiglie negli appartamenti di Via Bonacorsa n° 20. Lo stabile, di proprietà pubblica, è stato lasciato vuoto e abbandonato al degrado per lunghissimo tempo nonostante i millantati progetti di riqualificazione elaborati dalle ultime amministrazioni.
La presenza di appartamenti vuoti, disponibili e inutilizzati, ha richiamato un gruppo di famiglie che nei mesi scorsi hanno vissuto sulla loro pelle l'assenza di risposte dignitose al problema abitativo. Si tratta infatti di famiglie sfrattate, in condizione di morosità incolpevole, che hanno subito l'espulsione dal tessuto produttivo del territorio. Per loro le politiche sociali non prevedono nulla: secondo le leggi regionali, infatti, chi ha reddito 0 non può accedere alle graduatorie dell'Edilizia Residenziale Pubblica gestite dall'ACER. In questo territorio, anche nel caso di lavoratori con 20 anni di attività e contributi versati, la perdita della capacità di lavorare significa esclusione da ogni diritto. Alcuni degli occupanti sono infatti in difficili condizioni di salute o con invalidità dichiarata; molti sono i minori. Piuttosto che politiche di edilizia popolare, che valorizzino il patrimonio immobiliare esistente e rimettano in uso gli appartamenti sfitti, gli amministratori di questo territorio preferiscono le politiche speculative. Chi può permettersi ancora di far circolare denaro viene incluso nei vari progetti di social housing; gli altri, quelli che non possono permettersi neanche l'affitto per la casa popolare, vengono “invitati” ad abbandonare il territorio oppure diventano “utenti” di qualche cooperativa socio-assistenziale. Donne e bambini in comunità rieducative, famiglie disgregate, inserimenti lavorativi sottopagati: un giro appetitoso di appalti e convenzioni con cui le amministrazioni provano a disfarsi del problema.
Sappiamo che l'emergenza abitativa è una criticità molto seria nella provincia. La mala gestione della fase successiva al sisma, l'elevata indisponibilità ad affittare da parte dei proprietari, la diminuzione dei fondi per l'assistenza sociale hanno prodotto una situazione che possiamo leggere nei numeri: 2200 sfratti esecutivi solo nel Comune di Modena nel 2014, 6000 appartamenti vuoti in tutta la Provincia. Non c'è alternativa all'occupazione delle case vuote, alla riappropriazione delle cose inutilizzate per soddisfare i bisogni indiscutibili.
La casa è un diritto inalienabile: nessuno deve rimanere senza un tetto sopra la testa. Gli interessi di politici e speculatori devono essere piegati a vantaggio dei bisogni della città. Le case sfitte devono essere riempite e la ricchezza deve andare a chi ne ha bisogno.
Oggi è una giornata di mobilitazione contro il Piano Casa in tutta Italia: contro le politiche di questo governo, che vanno a vantaggio solo dei grandi immobiliaristi e speculatori, in tutto il paese sta montando una mobilitazione organizzata e capillare, per rivendicare i diritti dei più deboli. Dalle periferie delle grandi città ai piccoli centri di provincia, sempre più persone si organizzano, resistono agli sfratti, difendono le case popolari dalla dismissione e dalla svendita. Anche a Modena da oggi la contraddizione è evidente. Le istituzioni non potranno derubricare la questione a problema di ordine pubblico: il problema è politico e solo politicamente potrà essere affrontato.
Sportello Sociale “La Rage”