La Regione Veneto in questo Ferragosto già foriero di cattive notizie, non si tira indietro e da indicazioni all’Azienda Ospedaliera di Padova. Si dice, giustamente, che una serie di scadenze impediscono di capire bene i contorni di quel che accadrà da qui a fine anno: a partire dalla situazione economica generale, il nuovo Piano Sanitario Regionale a rischio di impugnazione alla Corte Costituzionale, la revisione delle Province, le nuove schede ospedaliere, il ricambio dei Direttori Generali a fine anno … nel frattempo la regione impone appunto “interventi urgenti”, così come lo scorso anno e quello precedente e così via dicendo. Inutile chiamarli eufemisticamente, risparmi, razionalizzazioni, appropriatezza, ecc., si tratta di TAGLI e vanno chiamati con il loro nome, si colpiscono servizi e qualità.
Si parte con con un taglio generalizzato del 5% al capitolo beni e servizi (cancelleria, carta, toner, stampe, generi alimentari, luce, acqua, guardaroba, manutenzioni, garze, cerotti, …), compreso un taglio negli appalti in essere, con effetti negativi sull'igiene per quanto riguarda per es. le pulizie, ma soprattutto sui lavoratori delle ditte che verranno licenziati, ma questo non preoccupa la Direzione.
Ci saranno dei tavoli tecnici per tagli mirati in campo sanitario (dispositivi, protesi, presidi), sul rallentamento dell'attività (= allungamento liste d'attesa = libera professione), ma soprattutto sul sociale: minori, handicap, riabilitazione, tossicodipendenza, psichiatria, assistenza scolastica, … attività extra LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) il fiore all'occhiello della sanità veneta.
Sulle assunzioni siamo bloccati: con il 31 luglio è cessata l'autorizzazione al turn-over di infermieri e OSS e quindi, per tutti (assunzioni, proroghe, ecc.), è necessaria l'autorizzazione regionale o il ricorso al “pericolo di interruzione di pubblico servizio”.
Sebbene la spending review preveda per il personale del SSN il vincolo del costo sostenuto nel 2004 meno 1,4%, la regione Veneto, nel nuovo PSR, conferma i precedenti limiti e cioè: costo sostenuto nel 2006 e dotazione numerica al 31-12-2006. Si rimane in attesa della conferma di questi vincoli più favorevoli.
A nostro avviso, questa nuova imposizione regionale, va a colpire e a minare il servizio sanitario in termini di offerta e di qualità, ad allungare liste d'attesa e a togliere servizi. Licenziando lavoratrici e lavoratori siano essi pubblici o privati, si va a colpire sempre gli stessi e nella stessa direzione. La regione infatti non parla di cambiare politica sui project financing (un cappio al collo ai bilanci ULSS e ai contribuenti) o di ridisegnare il territorio delle ULSS (cosa ce ne facciamo di tutti questi Direttori Generali che devono solo eseguire direttive prese altrove?).