Il ministro della pubblica amministrazione Brunetta, senza attendere i dati definitivi sulla partecipazione dei lavoratori pubblici allo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base, già nella mattinata di venerdì scorso pubblicava sul sito del ministero i dati relativi al 34,8% del totale, asserendo che solo il 2,52% di lavoratori pubblici aveva aderito alla protesta. Tanta fretta mirava probabilmente a dare l’impressione di un’iniziativa non riuscita.
Non ci meraviglia il nervosismo del ministro Brunetta verso uno sciopero che aveva nella piattaforma la netta bocciatura della Legge 15 del 2009, la Riforma della pubblica amministrazione fortemente voluta dal ministro. Tuttavia, nella fretta, i conti non tornano. Nel primo pomeriggio di venerdì all’INPS era stato raccolto il 40% dei dati complessivi e la percentuale di partecipazione allo sciopero era pari al 15% rispetto alla forza presente in servizio. E’ probabile che anche in altre amministrazioni le percentuali di adesione allo sciopero siano diverse da quelle pubblicate dal ministero della pubblica amministrazione. Per avere i dati pressoché definitivi ci vorranno ancora diversi giorni, per cui ci sembra che quelli forniti da Brunetta abbiano più uno scopo politico che informativo. Tanta solerzia non l’abbiamo per esempio riscontrata in occasione dello sciopero del sindacalismo di base del 17 ottobre 2008, quando all’INPS incrociò le braccia il 30% del personale.
A parte la guerra di cifre, quello di venerdì è uno sciopero che andava fatto, per riportare i problemi dei lavoratori al centro di un dibattito politico avvitato su scandali sessuali e sbilanciato sugli interessi di Confindustria. Il blocco sociale organizzato con i sindacati di base è tornato a dare una prova di forza con una manifestazione che si è snodata da Piazza della Repubblica fino a Piazza S. Giovanni, la storica piazza del movimento dei lavoratori che il sindacalismo di base continua a far vivere come piazza della protesta democratica e di classe e non come luogo di concerti celebrativi ad effetto mediatico.
Ora la protesta continua nei luoghi di lavoro e per noi dell’INPS ha come duplice obiettivo quello di contrastare l’applicazione della Riforma Brunetta e quello di opporci al Progetto di riorganizzazione dell’Istituto. Su questi temi siamo pronti a sostenere eventuali iniziative delle RSU INPS, per continuare a costruire un’opposizione unitaria allo smantellamento della pubblica amministrazione ed alla svendita dell’Ente ai privati.
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CENTINAIA DI MIGLIAIA IN PIAZZA PER LO SCIOPERO GENERALE
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