Nel corso del presidio del 21 novembre davanti al Ministero dell'Economia e delle Finanze i delegati della USB Pubblico Impiego INPS hanno consegnato ai rappresentanti del ministero una nota scritta, indirizzata alla Ragioneria Generale dello Stato, con la quale si manifesta il disappunto per le continue incursioni della RGS nella contrattazione integrativa dell'ente di previdenza sociale e si chiede l'immediata validazione del Contratto integrativo 2022-2023.
Di seguito il testo della lettera.
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Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato
Al Ragioniere Generale dello Stato
Dott. Biagio Mazzotta
rgs.ragionieregenerale.coordinamento@pec.mef.gov.it
All’Ispettore Generale Capo dell’I.G.O.P.
Dott. Pasqualino Castaldi
lino.castaldi@mef.gov.it
Al Dirigente Ufficio IX dell’I.G.O.P.
Dott.ssa Rosa Maria Sutera
rosamaria.sutera@mef.gov.it
Oggetto: Contratto integrativo INPS 2022-2023.
La USB Pubblico Impiego INPS rileva con forte disappunto l’ennesimo tentativo di codesto organo di controllo di mettere in discussione i risultati della contrattazione integrativa INPS.
Già a dicembre 2022, facendo valere un’interpretazione unilaterale dell’art. 52 del D. Lgs. 165 del 2001 contenuta nell’allegato alla Circolare I.G.O.P. n. 25 del 10/06/2022, fu imposto all’INPS il taglio dal 67% al 50% del numero di progressioni all’interno delle aree già concordato con le organizzazioni sindacali dell’ente.
È ancora vivo il ricordo del tentativo messo in campo nel 2003 dall’allora Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Giuseppe Vegas, di cancellare le risorse destinate ai progetti speciali, tentativo ripetuto nel corso degli anni.
Oggi sembrerebbe che la principale materia del contendere rispetto al Contratto integrativo INPS 2022-2023 sia la modalità di costituzione del Fondo di ente rispetto ai limiti stabiliti per legge. Qualora dovesse passare l’interpretazione della Ragioneria Generale dello Stato il Fondo di ente sarebbe tagliato a regime di circa 20 milioni di euro, un risultato inaccettabile al di là dei possibili effetti pratici sulla retribuzione accessoria del personale. Se c’è una norma di legge o contrattuale che dà ragione al MEF, l’Istituto nazionale di previdenza sociale è giusto che si adegui ma se è ancora una volta un’interpretazione unilaterale della RGS a prevalere, questo non lo si può accettare.
La USB chiede l’immediato nullaosta alla ratifica del Contratto integrativo INPS 2022-2023 per rendere applicabili tutti gli istituti in esso contenuti, compresi i differenziali stipendiali con decorrenza 1° gennaio 2023.
p. USB Pubblico Impiego
Luigi Romagnoli
Roma, 21 novembre 2023