USB: rimane lo sciopero del 6 e del 7 maggio fino a quando la Commissione di Garanzia non risponderà ai rilievi fatti, o l'INVALSI ritirerà la nota con lo spostamento delle date.
Confermato sciopero breve e di mansione per il 12 maggio e per le correzioni sia nella scuola primaria che secondaria
Aggiornamenti e indicazioni pratiche sullo svolgimento delle azioni di lotta e su ogni variazione verranno dati immediatamente
in allegato tutto il carteggio fino ad oggi
La Commissione di Garanzia ha riconosciuto lo sciopero breve per il 12 maggio e per la correzione dei test; pone problemi “burocratici” per le date del 6 e del 7 maggio, ma USB chiede il riesame alla luce dei fatti “nuovi” cioè lo spostamento della date da parte dell'Invalsi.
Le prove Invalsi, infatti, sono elemento importante di tutto l'impianto “squadrista” della restaurazione in atto nella scuola, controllo e schedature sono alla base del comando che stanno imponendo a tutta la Scuola: lavoratori, studenti e famiglie.
Lo slittamento delle prove INVALSI per la scuola primaria dal 5 - 6 maggio al 6-7 è un atto unilaterale gravissimo da parte di un ente pubblico, sotto controllo diretto del MIUR e dunque del Governo, il cui scopo è quello di dare una prova di forza a dimostrazione di quello che è già la “nuova” scuola del Governo Renzi. Un atto paragonabile alla “serrata” da parte degli imprenditori nelle controversie di lavoro, ma mentre il diritto di sciopero è costituzionalmente garantito dall'art.40 della Costituzione, la serrata no.
Un atto che anche formalmente è illegittimo (esiste una procedura precisa per lo spostamento delle date, motivazioni esplicite non sono contenute nella nota del 28 aprile ecc), che come dichiarato apertamente dal Ministro vuole impedire il blocco delle prove a seguito della concomitanza dello sciopero di CGIL CISL e UIL con quello dei sindacati di base del 5 maggio, che da anni ne ha fatto una sua bandiera. Il Ministro lo ha detto chiaramente, il “5 maggio non è uno sciopero contro l'Invalsi”, perché rischiarne il blocco?
La scuola è oramai in mobilitazione aperta contro il DDL 2994 e tutta l'opera di Governo e sindacati “amici” è quella, da una parte di contrasto e repressione aperta e dall'altra di sviarne contenuti e obiettivi.
Lo sciopero del 24 aprile ha aperto con chiarezza uno squarcio nella nebbia della “pace sociale” della lotta da salotto, con cui i sindacati complici hanno coperto e sostenuto i passaggi fondamentali della svendita dei lavoratori e del patrimonio pubblico, e le reazioni di queste ore ce ne danno conferma; a parte i Cobas, nessuno di loro ha realmente intenzione di opporsi a questo ulteriore sfregio alle libertà democratiche e sindacali.
USB HA PROCLAMATO LO SCIOPERO, IN FORMA INEDITA PER IL BLOCCO DEGLI INVALSI
uno sciopero breve (le singole prove durano al massimo 2 ore e ogni ora di attività non di insegnamento può costare al lavoratore 17,5 euro l'ora);
uno sciopero di “mansione” che significa che i test non verranno somministrati né corretti ma si resta in classe a fare la regolare lezione, di fatto non si blocca “il servizio” e dunque non lede nessun “diritto costituzionale” degli studenti, anzi.
Lo abbiamo già fatto, con ottimi risultati, per lo sciopero degli scrutini e dei Collegi Docenti: massimo effetto dello sciopero minore, spesa per i lavoratori.
Siamo convinti che siano necessarie più ed articolate forme di lotta che si aggiungono cioè alla proclamazione da parte di altri dello sciopero dell'intera giornata, che per esempio come in questo caso si pongano nello specifico la questione della correzione dei test scaricata, senza compenso alcuno, sulle spalle dei lavoratori, che non raramente hanno addirittura scioperato durante la loro somministrazione. Non avremmo, però, dovuto fare proclamazione formale di sciopero se l'INVALSI non avesse spostato le date.
La Commissione ha risposto, nella maniera burocratica, ha posto la questione “ dei 15 giorni di preavviso necessari alla proclamazione” e della distanza tra uno sciopero e l'altro, ma solo per lo sciopero del 6 e del 7, riconoscendo ad oggi la validità dello sciopero breve sia per il 12 che per la correzione dei test: questo è già un primo passo avanti.
I costi della lotta sono, per un sindacato come il nostro, un elemento molto importante, perché sappiamo cosa significa trovarsi 80/160 euro in meno nello stipendio, e perché siamo intenzionati a non fermarci e le risorse dei lavoratori non sono infinite.
Ora però la Commissione ha un problema, USB ha di nuovo posto la questione, scrivendo alla Commissione anche con l'aiuto dei giuristi del Forum Diritti- Lavoro:
o la Commissione impone il ritiro della nota dell'INVALSI con lo spostamento, o riconosce il diritto allo sciopero breve di mansione come vero diritto costituzionale e riconosce che la somministrazione delle prove Invalsi NON è un diritto costituzionale e NON è protetto dalla legge 146/90 che a ragione da anni chiamiamo “la legge antisciopero”.
Se la Commissione NON scegliesse questa via si aprirebbe per i lavoratori la possibilità:
1) rifiutarsi di eseguire un ordine palesemente illegittimo e bloccare tutte le attività connesse alle prove INVALSI senza incorrere in sanzioni, che diventerebbero immediatamente “persecuzioni personali e antisindacali”
2) costruire lo sciopero in difesa dell'ordine costituzionale.
Siamo in attesa della risposta della Commissione, dobbiamo aspettare il 4 maggio ma manteniamo l'iniziativa di sciopero fintanto non ci arrivi una risposta scritta.
USB si sta attrezzando alle nuove condizioni di lotta, imposte con arroganza dal Governo e i loro servi, non è semplice ma guardiamo al futuro, alla dignità e alla credibilità delle nostre ragioni e delle nostre scelte.
Non è un percorso facile, ne lineare sicuramente ma certo l'inganno che si sta consumando intorno alle modifiche possibili del DDL di Renzi non consumerà la fiducia dei militanti, né dei sostenitori di USB che proseguiranno la lotta con tutti i mezzi legittimi e necessari (anche nei confronti della Commissione di Garanzia “antisciopero”).
E domani 1 MAGGIO tutti a MILANO contro lo schiavismo dell'EXPO!!