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Comunicati Stampa

1089 morti di lavoro nel 2022 e il 2023 ricomincia da 7. USB: introdurre subito il reato di omicidio sul lavoro

Nazionale,

Il 2022 è stato l’ennesimo annus horribilis per la sicurezza sul lavoro; secondo i dati raccolti da Unione Sindacale di Base e Rete Iside Onlus sono stati, infatti, almeno 1089 i morti di lavoro. Una cifra in linea con quelli degli ultimi anni, testimonianza di come la salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori siano considerati sacrificabili sull’altare del profitto, derubricati a danni collaterali nel sistema economico capitalistico. E in quanto tali seppelliti dall’inazione della politica e dei sindacati complici, che si rifiutano di andare oltre il rituale stracciarsi le vesti ad ogni nuova morte.

Il 2023 non è iniziato meglio: 7 vittime in tre soli giorni, tutte sul posto di lavoro. L’unica cifra di morti di lavoro accettabile è zero. Per questo USB e Rete Iside continueranno a costruire il proprio percorso per l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro. Troppo spesso, infatti, ci troviamo a commentare casi in cui le norme e le misure di sicurezza sono state apertamente violate o ignorate: veri e propri omicidi. Questo accade perché per la classe imprenditoriale italiana la salute e la sicurezza di chi lavora rappresentano un costo, da ridurre all’osso. L’introduzione del reato di omicidio sul lavoro potrebbe, finalmente, fornire uno strumento di deterrenza, rendendo non più conveniente per la parte datoriale il taglio di costi e dei tempi di produzione a scapito della vita.

I morti sul posto di lavoro, sempre secondo i dati raccolti da USB e Rete Iside consultando fonti giornalistiche, sono stati almeno 769, mentre sono stati almeno 315 i decessi in itinere. Tocca alla Lombardia il triste primato della morte per regione: sono stati ben 161, segue il Veneto con almeno 130. Proprio nelle zone considerate le più produttive del paese, purtroppo, riscontriamo quindi il più alto numero di decessi. Arriveranno i dati ufficiali delle denunce presentate all’Inail, ma già oggi appare evidente come un’inversione di rotta sia necessaria ed urgente: il reato di omicidio sul lavoro potrebbe essere un primo, importante, passo.

I dati 2022 ordinati per regione: Lombardia 161; Veneto 130; Campania 91; Lazio 82; Piemonte 81; Emilia Romagna 75; Sicilia 69; Puglia 66; Toscana 57; Marche 49; Calabria 39; Sardegna 34; Abruzzo 29; Liguria, Umbria 20; Trentino 19; Friuli Venezia Giulia, Basilicata 14; Alto Adige, Estero 11; Molise 9; Valle d'Aosta 7

Unione Sindacale di Base

Rete Iside Onlus