Dal 20 maggio Paolo e Luca sono nuovamente agli arresti domiciliari per aver preso parte alle manifestazioni contro la precarietà e l'austerity dei mesi scorsi.
Altri attivisti, dal giorno del primo arresto avvenuto il 13 febbraio, sono ancora sottoposti all'obbligo di firma quotidiano per la mobilitazione del 31 ottobre, quando un corteo di migliaia di persone aveva deciso di raggiungere la conferenza stato-regioni in via della Stamperia per porre la necessità di politiche abitative pubbliche e il blocco degli sfratti.
La risposta del governo è arrivata con le misure cautelari e con il Piano casa di Lupi, che con l'art5 nega la residenza e gli allacci delle utenze a chi occupa per necessità.
Il 10 ottobre si terrà l'udienza per la liberazione di Paolo e Luca al tribunale del riesame.
Scendiamo in piazza per la libertà di movimento
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#10O ore 8.30 presidio a piazzale Clodio ore 10.30 corteo fino alla Rai #tutteliberi #nopianocasa #takethecity
Un gruppo di donne occupanti scrive a Paolo, agli arresti domiciliari insieme a Luca dal 20 maggio, dopo aver letto le motivazioni della condanna per l'iniziativa al CIPE del marzo 2012: 18 mesi a Paolo e tra i 6 e gli 8 mesi ad altri 3 attivisti.
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Caro Paolo,
oggi ci siamo riunite noi donne (mamme, nonne, mogli) ma soprattutto occupanti per fare capire, a chi prova a spaventarci, che noi ti siamo riconoscenti perchè tu con la tua costanza e voglia di eguaglianza hai fatto in modo che oggi le nostre famiglie possono avere un posto dove trascorrere la vita. La nostra non è una vita facile ma almeno la sera abbiamo insieme ai nostri figli un posto per dormire e dove ritrovarci.
Ci siamo rese conto che solo scrivendo potevamo comunicare con te, in quanto lo stato ingiusto non ci permette di parlarti diversamente, di averti tra di noi. Vogliamo gridare con forza e coraggio che noi non siamo mai stati strumentalizzati ne da te ne da nessun altro. Hai messo a disposizione te stesso per aiutare tutti noi, e averti conosciuto è stato un aiuto ineguagliabile dopo tante porte sbattute in faccia. Lo stato non ci aiuta, le case popolari non ci sono, l'articolo 5 ha fatto in modo che noi non possiamo avere neanche le residenze così da compromettere il diritto alla scuola, al medico e tutti i diritti di un essere umano.
Ci hanno tolto la dignità e tu col tuo altruismo ce l'hai restituita, saperti sotto processo ci addolora ma d'altra parte ci rende più forti e motivate a continuare la lotta che tu hai iniziato e che noi continueremo sempre per il bene di tutti quelli, come noi, considerati niente da questa società.
Noi riteniamo quindi ingiusto che tu da solo porti il peso di tutti noi e che scelgono di condannare te per tutti.
Unica persona che si è accorta delle nostre esistenze. Sappi caro Paolo che per questo noi ti sosterremo sempre per l'ingiustizia che t'hanno fatto e che stai subendo e abbiamo intenzione di dividerla con te, fisicamente e moralmente.
Siamo pronte, donne forti, determinate a fare in modo che la tua libertà e la nostra possano essere conquistate e che i nostri diritti possano essere rivendicati.
Siamo sicure di vederti al più presto al nostro fianco.
Ti abbracciamo
Le donne occupanti, lottatrici come te
La gente come noi non molla mai!