In un contesto di attacco generale e di smantellamento dei diritti dei cittadini e in particolare dei lavoratori, il settore della logistica è l'esempio di quelle che oggi sono le politiche del lavoro dettate dall'UE e legiferate dai governi complici come quello di Renzi e dei suoi antecedenti: politiche che, in nome del libero mercato e della libera circolazione delle merci, forniscono alle aziende tutti gli strumenti utili per accumulare maggiori profitti con l'utilizzo di manodopera a basso costo, sempre più sfruttabile, più ricattabile e facilmente licenziabile.
La logistica è un settore strategico nell'economia del paese che non ha subito la crisi nella stessa dimensione degli altri settori produttivi, poiché non è delocalizzabile. I lavoratori che ci lavorano subiscono i più atroci attacchi ai loro diritti, alla loro dignità e alla loro stessa esistenza.
Non è un caso che da qualche anno i lavoratori di questo settore esprimano un alto livello di scontro e di conflitto per liberarsi dalla schiavitù e conquistare diritti e dignità. Non è altrettanto un caso che decine di lavoratori della logistica, italiani e migranti da nord a sud aderiscono ogni giorno a un sindacato generale, di classe e conflittuale come l'Unione Sindacale di Base per adeguare la risposta a questi attacchi e connettersi con gli altri settori organizzati.
Il 12 giugno prossimo si terrà a Bologna l'assemblea nazionale dei lavoratori della logistica per dare il via alla piattaforma di rivendicazione contro lo sfruttamento e la precarizzazione diffusi in questo settore e per la conquista di nuovi diritti.
LOTTIAMO PER LIBERARCI DALLA SCHIAVITÙ, MA NON PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DEGLI SCHIAVI
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