Continua, nel silenzio vergognoso e complice dell’opposizione politica e delle organizzazioni sindacali collaborazioniste, l’attacco ai diritti ed al salario dei lavoratori pubblici e al diritto all’assistenza sanitaria pubblica e gratuita per i cittadini.
Con la manovra finanziaria di luglio, è stato ulteriormente prorogato il blocco delle assunzioni già in atto da anni nella pubblica amministrazione e che ha già provocato una riduzione del personale, tale da non poter garantire nella sanità, i livelli minimi essenziali di assistenza previsti dalla legge, con un abbassamento preoccupante della qualità, per quella minima parte che si riesce ad erogare.
È stato ulteriormente prorogato il blocco dei contratti già bloccato da un anno, per tre anni, determinando una perdita secca del potere d'acquisto sui salari e sugli stipendii, che si sommano ai tagli al salario accessorio, decisi dai governi Nazionale e Regionale.
E’ stato, per decreto, deciso l’abolizione per alcuni e la riduzione per altri della rivalutazione delle pensioni. Precedentemente avevano, sempre per decreto, già deciso il prolungamento di un anno, dell’uscita per la pensione per tutti; il passaggio per tutti, da gennaio 2011, dal sistema retributivo al sistema contributivo, con una perdita notevole sul calcolo.
A finale: ci riducono il salario e si dovrà lavorare di più per chi resta; chi invece va in pensione, ci può andare con lo slittamento di un anno, ma ci va più povero.
Non sono stati risparmiati i cittadini: la sanità pubblica, è sempre più cara e meno accessibile.
Il Ticket per le visite specialistiche, che era di 18 euro, diventati 28 con l’aumento di 10 euro deciso dalla Regione Campania, adesso diventa di 38 euro.
Il ticket per il codice bianco in pronto soccorso, che era di 25 euro, già raddoppiato a 50 euro dalla Regione, adesso passerà a 75 euro.
Intanto arriva la conferma sull’aumento di tumori nelle nostre città a causa dei rifiuti.
I redditi, gli stipendi e le pensioni continuano, ulteriormente, a perdere potere d’acquisto anche a causa dell'aumento delle tasse e dei costi dei servizi.
La disoccupazione oramai è fuori controllo, la qualità della vita è minima, la criminalità è presente oramai in tutta la società civile, i nostri figli non hanno un futuro, sono sempre più precari, non possono sposarsi, non avranno una pensione, non avranno un assistenza sanitaria.
Stanno talmente messe male entrambi le generazioni, dei padri e dei figli, che è fallito, finanche, il tentativo da parte del governo di metterli contro l’uno con l’altro.
Non vogliamo essere sempre noi a pgarare una crisi economica internazionale, provocata dalla speculazione finanziaria e delle banche!
Noi a tutto questo, ancora una volta, diciamo no!
ASSEMBLEA SINDACALE DALLE ORE 10.00
PRESSO LA SEDE USB - Via Giustiniani 1, BENEVENTO
PRESIDIO DALLE ORE 12.30 PRESSO LA PREFETTURA
CON CONSEGANA DEL DOCUMENTO ELABORATO DA USB P.I.