NO ALLA MANOVRA
NO AI LADRI DI FUTURO
NO AI LADRI DI DEMOCRAZIA
Ministri che abitano case pagate da altri, ministri che come il bue dà del cornuto all’asino e chiama cretino il suo collega di governo. Faccendieri con deleghe ministeriali che vendono nomine politiche per concretizzare la rete della corruzione che depreda ogni giorno risorse pubbliche, portando alle stelle gli interessi sul debito pubblico. A pagare ancora una volta sono i lavoratori, pensionati, studenti e lo stato sociale. In quest’Italia alla deriva etica, politica ed economica, le Pubbliche Amministrazioni, nazionali e locali, sono strangolate dal taglio sistematico di risorse. Questa volta il “mostro” è la speculazione dei mercati azionari che fanno incetta di BTP (12 luglio - comunicato Bankitalia: l’asta è stata un successo - Bot da 6,75 miliardi - tutti collocati ma con rendimenti schizzati al 3,67%). E’ ovvio che il “pericolo fallimento” per il paese è uno strumento di propaganda per accelerare l’approvazione della manovra economica. Il Sole 24 Ore del 12 luglio dice chi detiene e compra i titoli di stato italiani: 95% banche, istituzioni finanziarie ed investitori istituzionali. Incredibile come anche questa volta la compatta “responsabilità nazionale” metta tutti d’accordo nel rubare futuro e democrazia ai lavoratori e alle loro famiglie, mentre rende sempre più appetibile e sicuro l’affare degli interessi sul nostro debito pubblico. In questa manovra di “unità nazionale”, il congelamento del salario in 5 anni con l’inflazione avviata al 3%, in termini di potere d’acquisto, causa un esproprio (con i 2 anni già in cavalleria) del 20%. Si perdono 200 euro ogni 1000 di salario netto in busta paga, oltre i prelievi da parte degli enti locali ad oggi aumentati di 10 miliardi. Ciò comporta una contrazione dei consumi di milioni di famiglie aumentando la crisi e la regressione economica. Questa manovra non prevede nulla contro la precarietà del lavoro, per i giovani, per l’occupazione; aumentano invece i licenziamenti dei precari. La corruzione costa 60 miliardi l’anno alle famiglie italiane; gli evasori rimangono intoccabili e comportano una perdita di 120 miliardi l’anno, per loro è previsto un nuovo condono.
Ai lavoratori pubblici, bloccati i rinnovi contrattuali per gli anni 2011-2013, vengono congelate le buste paga fino al 2017 (è prevista solo l’indennità di vacanza contrattuale), intanto il costo della vita aumenta. Questa manovra antipopolare si accompagna ad un attacco alla democrazia sindacale senza precedenti con l’accordo del 28 giugno di Confindustria, cgil, cisl e uil. Questo accordo blinda le relazioni sindacali, distrugge il contratto nazionale, istituisce il monopolio della rappresentanza sindacale.
Governo, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil si apprestano a rimettere mano alle pensioni, prevedendone una riduzione per quelle future già ampiamente tagliate dal sistema contributivo. La manovra oggi, blocca la rivalutazione per i pensionati della ex classe media di questo paese. Basta !!!
I LAVORATORI PUBBLICI DICONO NO!
VENERDÌ 15 LUGLIO 2011
SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO - ultime due ore di ogni turno
SANITA'
I CITTADINI CAMPANI PRIVATI DELLA GARANZIA DI AVERE UN SISTEMA SANITARIO PUBBLICO SICURO ED EFFICIENTE
NESSUN ALIBI PER LA REGIONE CAMPANIA AI TAGLI INDISCRIMINATI
AL SISTEMA SANITARIO PUBBLICO
Rabbia! Sdegno! Sono solo alcuni tra i più visibili stati d’animo che si intravedono sui volti dei cittadini campani, quando varcano la soglia di qualsiasi struttura pubblica sanitaria campana.
Disoccupati, lavoratori, pensionati, precari, già attraversano un lungo periodo difficile, lo attraversa l’intero paese, ma soprattutto la nostra regione.
La manovra finanziaria del governo Berlusconi, con il piano di rientro economico sanitario emanato dal presidente della Giunta Regionale Caldoro, sanciscono la morte dell’assistenza pubblica ed incoraggiano i cittadini a provvedersi di polizze assicurative per curarsi.
La Giunta Caldoro usa un solo ed unico sistema per risanare i bilanci economici: ridurre servizi e personale; decurtare salari e posti letto; quindi minare la già precaria assistenza sanitaria pubblica per foraggiare le grandi lobby politiche e affaristiche.
Inoltre il blocco dei contratti fino al 2017 assume sempre più l’aspetto di una modalità golpista di sospensione delle libertà democratiche e della funzione del Sindacato, il tutto in nome di una crisi gestita mediaticamente per ricomporre un modello sociale che introduca la democrazia industriale o, meglio, di impresa nel Paese. Le tradizionali piattaforme contrattuali diventano archeologia sindacale perché i contenuti, sia economici che normativi, dei contratti vengono stabiliti per legge.
C’è bisogno di una mobilitazione popolare per esprimere forte, tutti, il dissenso. C’è bisogno di una terapia d’urto, che intervenga seriamente e razionalmente sui veri sprechi, per far fronte al dissesto economico della sanità campana.
A tale scopo, rivolgiamo un appello a tutti i Cittadini, agli Operatori della Sanità, alle Associazioni ed Organizzazioni degli Utenti e dei Lavoratori, ai Movimenti e ai Comitati impegnati sui territori nelle battaglie in difesa dei diritti sanciti dalla Costituzione, a partecipare alla costruzione di un ampio fronte di opposizione sociale dal basso per contrastare il tentativo di cancellazione del diritto alla Salute e alla Sanità gratuita per noi e per le generazioni future, e per affrontare una vera riorganizzazione del servizio con la partecipazione diretta e il controllo dei cittadini.
E’ necessario per ottenere ciò saldare la difesa dei diritti degli Operatori con quelli dei cittadini e degli ammalati.
La USB ha proclamato per il 15 luglio p.v. lo sciopero generale di tutto il pubblico impiego nelle ultime due ore per ogni turno e avvia iniziative di protesta in tutta la regione.
Alziamo la testa e riprendiamoci, anche attraverso questa iniziativa, la nostra dignità di uomini e donne liberi/e, è inutile rodersi dentro, lamentarsi, occorre farsi valere e questa è un’opportunità.
Partecipiamo tutti insieme a questa prima iniziativa di lotta contro questa devastante manovra.