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Gli editoriali

18 giugno, una data che si farà ricordare

Nazionale,

L’Unione Sindacale di Base ha indetto per venerdì 18 giugno tre mobilitazioni nazionali di categoria:

  • lo sciopero nazionale di 4 ore del trasporto aereo, dalle 13 alle 17, con manifestazioni negli scali di Fiumicino, Linate, Pisa e Napoli: contro lo smantellamento di Alitalia, i 1400 licenziamenti di AirItaly e per un piano di rilancio del settore che vada contro i voleri UE accettati supinamente dal governo Draghi.
  • lo sciopero nazionale della logistica, per l’intera giornata, con presidi nei principali hub; contro il sistema malato degli appalti e lo sblocco dei licenziamenti, per la riduzione dell’orario di lavoro.
  • lo sciopero nazionale dei lavoratori della giustizia, per l’intera giornata, con manifestazione a Montecitorio alle 10,30; per riforme vere del settore, che non siano mere operazioni di facciata, contro un’amministrazione cieca e sorda alle istanze del personale.

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Precipitano nella data di venerdì 18 giugno molti fronti aperti sul lavoro, dalla logistica al trasporto aereo, dai tirocinanti calabresi ai lavoratori del comparto giustizia. A questi si aggiungono una miriade di altre iniziative nei luoghi di lavoro e nelle aziende a segnalare una crescente disponibilità alla mobilitazione e alla lotta.

Evidentemente l'iniziale consenso, indotto da una martellante propaganda, al governo dell'ammucchiata e dei migliori si va rapidamente trasformando nel suo esatto opposto. Lo sblocco dei licenziamenti e l'ulteriore peggioramento delle normative sugli appalti, cui USB ha risposto nel settore privato con scioperi articolati di otto ore su tutto il territorio nazionale, la ripresa selvaggia del comando padronale plasticamente rappresentato dall'infame aggressione da parte di guardiani aziendali in un magazzino della logistica del Lodigiano, il rifiuto di dare risposte alle giuste richieste di stabilizzazione dei tirocinanti calabresi, il disastro degli uffici giudiziari, lo svuotamento del contratto collettivo di lavoro dei lavoratori pubblici da parte di Brunetta e mille altri problemi sollevati dalla decisione di utilizzare i fondi del PNRR per sostenere le imprese invece che i lavoratori e le loro famiglie, cominciano ad incendiare la prateria.

E sembra non essere che l'inizio di una stagione di scioperi e mobilitazioni per contrastare e sconfiggere la lotta di classe dall'alto, guidata da Draghi e Confindustria. Abituati al solletico dei sindacati uniti cgilcisluil, che di fronte al disastro affacciatosi prepotentemente alle porte del post pandemia preparano nientepopodimenoche un sabato di manifestazioni per ritardare di qualche settimana il blocco dei licenziamenti, si trovano stavolta di fronte a una rinnovata disponibilità delle lavoratrici e dei lavoratori alla lotta, per difendere e far avanzare la propria condizione di vita e che trovano al loro fianco unicamente l'USB e le altre organizzazioni di classe e di base.

Insomma in questo Paese è ora di mettersi in testa che esistono sì i grandi sindacati inutili e abbandonati dai lavoratori ma coccolati dal governo e dai padroni, ma che cresce sempre più intorno all'idea di conflitto e di trasformazione della società una nuova leva di lavoratori e di sindacalisti che sanno quale è il proprio compito e intendono esercitarlo.

Unione Sindacale di Base

17-6-2021