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Emilia Romagna

2 AGOSTO 1980-2013 :PER USB OGGI PIù CHE MAI E' GIUSTO ESSERE IN PIAZZA

Bologna,

2 AGOSTO 1980-2013: PER USB OGGI PIU’ CHE MAI E’ GIUSTO ESSERE IN PIAZZA La presenza di USB in piazza nel giorno del ricordo delle vittime della strage della stazione di Bologna è quella di un sindacato che non va in ferie e non abdica al proprio ruolo ed alla propria funzione di rivendicare con forza la verità su mandanti ed esecutori della strage, quale diritto irrinunciabile di questa città. Respingiamo in modo determinato e assoluto la lettura neo-fascista di quello che è stato un terribile capitolo dell’attacco alla vita, ai diritti ed alle libertà in questo paese. Siamo in piazza insieme alle lavoratrici ed ai lavoratori nelle strade cittadine dietro uno striscione che recita: “NO al segreto di Stato, ai licenziamenti, alla precarietà”, per commemorare i nostri morti e denunciare le tante sofferenze dei ceti popolari, di fronte ad una gestione della crisi che scarica su lavoratori, disoccupati e pensionati un costo altissimo ed illegittimo che ci spinge a rilanciare dalla piazza del 2 agosto, il conflitto sociale ed il percorso verso un autunno di mobilitazioni che culminerà con lo sciopero generale del 18 ottobre. La presenza e la funzione del sindacalismo conflittuale è ancor più necessaria oggi che assistiamo ad una svolta autoritaria nel paese con il varo di fatto della terza Repubblica delle larghe intese, la repressione di ogni movimento di protesta popolare, come in Val di Susa, e la cancellazione della democrazia sindacale nei posti di lavoro. Tratto dal “Il romanzo delle stragi” di Pier Paolo Pasolini “Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di golpes, sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia, infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti... Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killers e sicari. Io so tutti questi nomi e so tutti questi fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi... Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero... Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi. A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale. Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi. Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi... Ora, perché neanche gli uomini politici dell'opposizione, se hanno - come probabilmente hanno - prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpes e delle spaventose stragi di questi anni? È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono - a differenza di quanto farebbe un intellettuale - verità politica da pratica politica. E quindi, naturalmente, neanch'essi mettono al corrente di prove e indizi l'intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com'è del resto normale, data l'oggettiva situazione di fatto...