Negli ultimi sei anni tutte le conseguenze della crisi sono state scaricate sulle nostre spalle.
Chiusura di migliaia di fabbriche. Prova ne sono, anche in Sardegna, le centinaia di Aziende che chiudono o licenziano i dipendenti, l’ultimo caso più eclatante è quello di Meridiana. Miliardi di ore di CIG. I servizi continuano ad essere tagliati al pari dei posti di lavoro. La disoccupazione è a livelli drammatici, sfiora il 13% e quella giovanile il 40%.
Per chi lavora la situazione è intollerabile, fra riduzioni salariali, aumento dei ritmi e dei ricatti padronali. Un’infame politica di austerità imposta da UE-BCE-FMI ha peggiorato la crisi, tagliando spesa sociale e pensioni, mentre il debito pubblico è salito alle stelle per sovvenzionare le banche.
Dal 2008 ad oggi la capacità di acquisto dei lavoratori è diminuita di circa il 15%. La miseria bussa alla porte di tante famiglie proletarie, che non riescono più a curarsi, a pagare le bollette, a sfamarsi.
Chi governa si accanisce su diritti fondamentali come occupazione, reddito e pensioni, mentre non fa nulla di concreto per recuperare i 260 miliardi annui di di elusione ed evasione fiscale e i 60 miliardi di corruzione nella Pubblica Amministrazione, ma dirotta risorse pubbliche per finanziare la presenza italiana nei teatri di guerra che ci circondano”.
Ma all’altro polo della società, un 10% di miliardari borghesi possiedono oltre la metà della ricchezza nazionale, vivono nel lusso e nello spreco, approfittando della crisi economica di cui sono i responsabili.
Tutti i governi che si sono succeduti in questi anni di crisi (Berlusconi, Monti, Letta e Renzi) hanno avuto un solo obiettivo: imporre sacrifici durissimi alla classe operaia e alle masse popolari per salvare i profitti, le ricchezze e i privilegi di una minoranza di capitalisti e di parassiti.
Ora Renzi e le destre ci vengono a dire che abolendo le tutele previste dall’articolo 18 ci sarà la ripresa.
E’ una spudorata menzogna, al pari del “bonus” sul TFR. La cancellazione della reintegra serve a indebolire, ricattare e immobilizzare il settore della classe dei lavoratori che ostacola i piani padronali, a ridurre i salari e peggiorare le condizioni di lavoro di tutti i lavoratori. Le “tutele crescenti” che chiede anche la Camusso (CGIL) ci saranno sì, ma solo per i profitti!
VENERDÌ 24 OTTOBRE 2014
PIAZZA COSTITUZIONE CAGLIARI ORE 10.00 PRESIDIO SINDACALE PER DIRE NO AI DIKTAT DEL GOVERNO E DELL’UE! NO AL JOBS ACT!
NESSUN CEDIMENTO O SCAMBIO SULL’ARTICOLO 18, MA SUA ESTENSIONE A TUTTI I LAVORATORI!
STOP AI LICENZIAMENTI! PIANO DEL LAVORO PER TUTTI I DISOCCUPATI! ABOLIZIONE DEL PRECARIATO E DELLA LEGGE FORNERO!
Renzi ha posto la fiducia parlamentare sul Jobs Act.
La FIDUCIA Noi dobbiamo ritrovarla nella nostra grande forza!
Con l’UNITÀ di tutti i LAVORATORI
Unione Sindacale di Base Sardegna