Dopo la grande adesione agli scioperi dei mesi scorsi e l'intervento autoritario della commissione antisciopero che ha bloccato la protesta promossa a settembre dall' USB a sostegno della vertenza, la mobilitazione dei ferrovieri continua con la partecipazione allo SCIOPERO GENERALE NAZIONALE proclamato dall'USB per il 24 ottobre.
CONTRO:
lo stillicidio di morti sul lavoro nelle ferrovie;
un orario di lavoro sempre più massacrante;
la riforma Fornero che ammazza i ferrovieri prima di farli andare in pensione (macchinisti, operai della manovra e della manutenzione, capitreno, capistazione ecc., che a 66 anni devono saltare come grilli da un binario all'altro);
un contratto che ci ha penalizzato e che ora dovrà essere rinnovato dagli stessi pseudo rappresentanti dei lavoratori che ci hanno ridotto nello stato in cui siamo;
il riordino normativo voluto dalle imprese ferroviarie per “sistemare a dovere” alcune qualifiche (con l'avallo di ANSF che conforma sempre più il suo ruolo agli interessi delle imprese stesse);
PER:
il ripristino della pensione a 58 anni per le attività particolarmente usuranti a cui i ferrovieri sono costretti;
per un rinnovo contrattuale che veda un miglioramento delle condizioni di lavoro dei ferrovieri;
per una ferrovia più sicura e sociale.
Contro le scelte politiche ed economiche del governo Renzi di attacco ai diritti dei lavoratori che col Jobs Act precarizza ancora di più il lavoro; contro la cancellazione dell'art.18 che per i ferrovieri rischia di essere unico strumento con cui gestire, a causa dell'aumento dell'età pensionabile e al peggioramento delle condizioni di lavoro, l'inevitabile incremento degli inidonei.
Contro le politiche di privatizzazione dei beni comuni e in particolare dei trasporti; contro la messa a mercato dei pezzi pregiati delle FS e la messa a gara del trasporto regionale che peggiorerà ancora di più le condizioni di lavoro e quelle del servizio con rincari sulle tariffe.
Per la riduzione dell'orario di lavoro; per politiche che favoriscano davvero la crescita dell'occupazione attraverso il rilancio del welfare e l'intervento dello stato nei settori strategici: sanità, istruzione, trasporti.
Per la democrazia nei posti di lavoro contro l'accordo del 10 gennaio 2014 tra Confindustria, e sindacati complici, per la difesa del diritto di sciopero.