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 ​​​​​​​3-I: LA FINTA INTERNALIZZAZIONE PROCEDE NELLA CONFUSIONE

Nazionale,

(70/22) Nel pomeriggio di martedì 12 luglio l’Amministrazione ha convocato una improvvisa riunione con i funzionari informatici di recente assunzione sulla Società 3-I SPA. Riportiamo due passaggi che riteniamo tutti i lavoratori dell’istituto debbano conoscere.

È stato detto ai nuovi informatici:

“che non vi sarà nessun spostamento di personale verso la 3-I ma solo assegnazioni temporanee su base volontaria e che dopo un anno si potrà optare per restare alla 3-I con un nuovo contratto di lavoro o ritornare all’INPS sempre con il profilo di funzionario informatico”;

“che la società si occuperà di sviluppo software, sostituendo parte dei fornitori, e si andrà verso una divisione tra le attività operative e quelle strategiche, che resteranno in INPS”.

Quindi un nuovo pretesto, dopo quello della cyber sicurezza, per far digerire ai lavoratori il “dinosauro” 3-I ma stavolta la scusa proprio non regge. Nelle moderne organizzazioni, infatti, si tende sempre più a tenere tecnostruttura e nucleo operativo contigui, con scambi di informazioni costanti e bidirezionali.

È iniziata così la ricerca del personale per la nuova società, con la promessa ai nuovi assunti, di stipendi più alti di quello “entry level” attuale.

La USB PI INPS è contraria alla costituzione della società 3-I fin dalla prima versione del decreto 36/2022 - ora legge 150/2022 - perché rappresenta un rischio concreto di esternalizzazione di un settore nevralgico per l’INPS, con la conseguente perdita di ruolo per funzionari e dirigenti informatici. 

Questo cambio di paradigma - con scollamento tra settore operativo e di analisi - potrebbe incidere negativamente anche sul personale amministrativo, destinato a rimanere senza referenti a fronte di malfunzionamenti delle procedure.

A nostro giudizio non si realizzerà l’obiettivo della riduzione di spesa per l’informatica dell’Istituto ed è anzi presumibile un aumento nel breve e nel medio termine.

Invitiamo i colleghi informatici a non frasi ammaliare dal “canto delle sirene” e a tenere il punto sul valore del lavoro pubblico e sulle garanzie fornite da un contratto di pubblico impiego anziché di una SPA. Per tutti verrà il tempo del TEP, delle indennità e di nuovi incarichi giustamente remunerati.

“Il coraggio delle opportunità” invocato dall’Amministrazione lo dimostrino invece coloro che governano l’istituto. Grazie alle lotte della USB, sono arrivati 400 nuovi informatici, molti con esperienze significative nel mondo del lavoro privato. Insieme a chi negli anni passati ha “tirato la carretta” è ora possibile avviare davvero un percorso migliore del fumoso progetto della 3-I e ottenere risultati adeguati al prestigio dell’INPS.

Chi non vede questa come un’opportunità è in malafede ed ha probabilmente altri progetti per il futuro dell’INPS.