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Editoriale

30 MARZO: UN'ALTRA GIORNATA DI LOTTA TARGATA USB

Roma,

Si torna in piazza! Non più per contestare il vertice degli euro black block (i 27 capi di Stato dell’Unione Europea), come abbiamo fatto con successo lo scorso sabato 25 a Roma partecipando ad un nutrito e combattivo corteo che ha sconfitto tutte le più nere previsioni sparse a piene mani dal Governo e dal sistema dei mass media, ma per combattere le conseguenze delle politiche derivanti dai diktat dell’Unione Europea.

Saremo in piazza con i precari della pubblica amministrazione, con i LSU, con i discontinui dei vigili del fuoco in sciopero per chiedere ed ottenere, finalmente , la definitiva stabilizzazione, con i lavoratori Alitalia in lotta contro il remake di un film già visto e che ha prodotto lacrime e sangue, a fianco della Palestina nella Giornata della Terra a sostenere le ragioni e il diritto di quel popolo fratello alla propria libertà ed autodeterminazione, saremo anche a ragionare e discutere di privatizzazioni e di trasformazione privatistica dello Stato in un Convegno/ Seminario organizzato assieme al Forum Diritti/Lavoro.

E’ il nostro modo di fare il Congresso. Quello di giugno infatti non sarà un appuntamento burocratico ma il punto di arrivo e di ripartenza di un percorso politico di iniziativa sindacale e di lotta che ci ha accompagnato dal I° Congresso di USB, dalla sua unificazione ad oggi, e che dovrà essere la cifra che caratterizzerà anche i prossimi mesi ed anni.

Tra pochi giorni tra l’altro il Governo varerà l’ennesima manovra correttiva per far fronte agli impegni che si è assunto con l’Unione Europea delle banche e dell’austerity. Come sempre, anche se sotto una coltre di fuma e con toni pacati e suadenti, toccherà ai lavoratori, alle famiglie, ai settori popolari pagare i costi di una crisi che ormai da dieci anni morde le carni della gente comune. Dare segnali di lotta e di organizzazione ora vuol dire anche lanciare un preciso monito a chi pensa che sia possibile continuare sulla strada dei sacrifici senza mai pagare un prezzo.