La riduzione delle dotazioni organiche del personale con riduzione minima del 10% della spesa complessiva relativa al numero dei posti di organico di tale personale ha come scadenza il 31 ottobre 2012.
La metodologia ispiratrice, i criteri e le prescrizioni sono contenute nella direttiva n.10 del Dipartimento della Funzione Pubblica in fase di registrazione, uno degli argomenti motivo dell’incontro con il Sindacato della giornata del 25 settembre.
Il criterio adottato per la rideterminazione delle dotazioni organiche si basa sull’individuazione per ciascuna posizione economica di Area in relazione alle fasce retributive di ciascuna area o del costo di ciascun livello in ragione del profilo professionale.
La riduzione minima del 10% si applicherà sul costo complessivo della dotazione organica e, una volta determinata l’entità del risparmio, l’individuazione delle posizioni da eliminare (gli esuberi!) avverrà nell’ambito delle Aree utilizzando i medesimi criteri di quantificazione appena citati.
I dipendenti in esubero, con i requisiti anagrafici e contributivi prossimi all’accesso e alla decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31.12.2014, saranno posti in mobilità per 24 mesi, fino ad un massimo di 48, con l’80% dello stipendio in attesa del definitivo collocamento a riposo, mentre per i restanti si procederà al ricollocamento entro 24 mesi presso altre Amministrazioni (??).
Nel caso ciò non si verifichi per mancanza di disponibilità, è previsto il licenziamento.
Tutti i destinatari “esuberanti” di questo provvedimento potrebbero usufruire, se l’Amministrazione lo ritenga, della compensazione interna tra le aree/profili del personale ed assorbimento delle vacanze per evitare o ridurre le posizioni di soprannumeralità.
In pratica, l’esubero di area/profilo è possibile neutralizzarlo riducendo le disponibilità di posti nelle altre Aree.
Il dato certo, al momento, è quello che investe i 2.200 lavoratori di Area Prima che senza dubbio sono la componente nella situazione più critica e meno protetta poiché cancellati da tempo dalla pianta organica e penalizzati dal mancato passaggio nell’area successiva per responsabilità sia dell’Amministrazione Difesa sia delle Organizzazioni Sindacali che hanno negato la possibilità dell’applicazione dell’art.36 del C.C.N.L. 2006-2009 del comparto Ministeri in sua prima applicazione.
La spending review, spacciata come il rimedio a tutti i mali, è un provvedimento funzionale allo smantellamento della Pubblica Amministrazione che aprirà per migliaia di lavoratrici e lavoratori un drammatico orizzonte, fatto di esuberi, mobilità, licenziamenti e ulteriori tagli alle retribuzioni e ai pochi diritti rimasti, mentre allo Stato Sociale verrà assestato un colpo mortale.
E’ bene ricordare che la USB è l’unico sindacato a non aver sottoscritto il protocollo del 3 maggio 2012 che ha aperto la strada a questi tagli mirati.
Il 5 ottobre si riunirà il Coordinamento Nazionale USB Difesa per decidere le azioni a contrasto di questo provvedimento che necessariamente dovrà coinvolgere e vedere la partecipazione di tutti i lavoratori.