Il Fiscal Compact è stato definitivamente approvato dalla Camera dei Deputati e andrà in vigore dal 1 gennaio 2013. Hanno votato a favore, tutti insieme appassionatamente, PD, PDL e Terzo Polo.
Oltre all'obbligo del pareggio di bilancio, che comunque i nostri attenti parlamentari avevano già approvato addirittura con una modifica costituzionale dell’art.81, il Fiscal Compact prevede, cosa che ancora la maggioranza dei cittadini italiani non ha sicuramente ben compreso, il rientro dal 120 al 60% del rapporto debito/Pil entro i prossimi 20 anni.
In moneta sonante vuol dire circa 45 miliardi l'anno per i prossimi 20 anni: una “tassa” insopportabile che vuol dire ulteriori tagli alla spesa pubblica e sociale, nuovi sacrifici, tagli agli organici pubblici e tante tasse.
In definitiva, se a ciò aggiungiamo gli interessi sul debito di circa 100 miliardi l'anno e una finanziaria l'anno che sicuramente non mancherà, stiamo dicendo che ogni anno pagheremo dai 180 a 200 miliardi.
E' un po' come se una famiglia media italiana dovesse accendere ogni anno un mutuo per una nuova abitazione ed ogni anno questo mutuo si sommasse a quello dell'anno precedente. Chiaramente al termine dei 20 anni la stessa famiglia si troverebbe senza casa, senza un euro e magari in galera per non essere riuscito a pagare i debiti.
Questa enorme massa di denaro che dovremmo sborsare, insieme all'adozione dell'obbligo del pareggio di bilancio, rappresenterà un peso enorme dal quale non potremo sollevarci.
I dipendenti pubblici, non sono compatibili con il modello
sociale che ci vogliono imporre, per questo vogliono eliminarli:
PRESIDIO AL MINISTERO DELLA FUNZIONE
PUBBLICA MERCOLEDÌ 25 LUGLIO dalle ore 10,00
in occasione dell’incontro tra le Organizzazioni Sindacali e il
Ministro Patroni Griffi