La RdB ha proclamato per venerdì 5 febbraio lo sciopero nazionale dell’intera giornata di tutti i lavoratori socialmente utili e dei lavoratori di pubblica utilità. L’agitazione è stata indetta per chiedere un intervento immediato del Governo per la regolarizzazione dei Lsu/Lpu presso gli enti locali utilizzatori, attraverso l’assunzione con risorse statali, con riconoscimento dell’anzianità di servizio e dei contributi utili per la pensione.
Transitati dalla cassa integrazione e dalla mobilità nei progetti di pubblica utilità, migliaia di Lsu/Lpu sono presenti da circa 15 anni negli Enti locali dove svolgono le funzioni proprie degli enti: dalla raccolta dei rifiuti a mansioni amministrative; dall’assistenza agli anziani al funzionamento delle mense e dell’assistenza scolastica; dai servizi socio-culturali fino al controllo del traffico. Il tutto senza un contratto di lavoro, senza ricevere contributi pensionistici, ed a fronte di un sussidio INPS molto al di sotto della soglia di povertà: 529,00 Euro per i Lsu e 400,00 per i Lpu.
Secondo la RdB si tratta di una vera e propria condizione di sfruttamento nel Pubblico Impiego, che concretamente si traduce in lavoro nero legalizzato per lo Stato. La regolarizzazione della categoria è stata lasciata alla mercé degli Enti locali che, per assicurare gratuitamente i servizi e non potendo superare limiti di spesa imposti dal Governo per le stabilizzazioni, finiscono per condividere la linea del “tirare a sfruttare”.
Per di più, nelle ultime settimane, oltre alla proposta governativa di utilizzare i carcerati gratuitamente in attività socialmente utili a basso costo, si sta nei fatti concretizzando una nuova ondata di Lsu, in barba alle dichiarazioni del Ministro Sacconi che aveva annunciato “mai più Lsu”: in alcune province del nord i cassintegrati sono già stati assegnati agli uffici della Giustizia per coprire carenza di personale amministrativo. La RdB, che da anni si batte per i diritti di Lsu e Lpu, chiede al Governo di farsi direttamente carico della definitiva sanatoria di questo problema, senza demandarlo a frammentarie risposte da parte degli Enti locali, per ridare dignità e certezze a tanti lavoratori che continuano a garantire servizi pubblici essenziali.