Sfruttamento e precarietà dietro il brand Amazon; lo stabilimento reatino non fa alcuna eccezione. A denunciare questo stato di cose a chiare lettere è l'USB Viterbo. Il centro Amazon di Fara Sabina aprirà le porte ai visitatori, per due giorni, alla scoperta dello stabilimento e della sua tecnologia, non mostrerà, però, lo sfruttamento quotidiano a cui sottopone i suoi dipendenti. Il colosso delle spedizioni, compreso il distaccamento reatino, impone ritmi di lavoro forsennati, che impediscono al lavoratore il giusto riposo fra una mansione e l'altra. L'Usb Viterbo denuncia la totale mancanza di sicurezza del centro Amazon. La catena di montaggio è stata spinta al limite: i dipendenti vengono controllati per tutto il turno. Per la preparazione dei pacchi hanno un tempo fra i 3 e i 6 secondi, se lo superano ilresponsabile li umilia e minaccia di fronte a tutti, cercando di degradarli, non solo nel loro ruolo lavorativo, ma anche nella sfera personale. Le tanto sbandierate assunzioni, che avrebbero risollevato tutto il territorio reatino, hanno portato solo ad un'ulteriore precarizzazione, esponendo i lavoratori a rischi e abusi.
Il centro di Fara Sabina conta circa 400 persone assunte a tempo indeterminato, ma le condizioni lavorative sono talmente estreme che, in media, i lavoratori abbandonano prima dei tre anni. Dietro alle rassicuranti parole "a tempo indeterminato" si nascondono stipendi bassissimi e turni estenuanti, comunicati anche di giorno in giorno. I ritmi di lavoro imposti sono talmente serrati che ai lavoratori resta difficile anche andare in bagno, figurarsi una pausa pranzo (in tutto il turno possono fermarsi una sola volta,per una pausa di pochi minuti). La situazione è peggiorativa per i precari, sottoposti alle stesse condizioni, ma senza alcuna garanzia sulla durata del contratto. Questo, infatti, viene rinnovato di mese in mese, in base alle prestazioni del lavoratore. "In questo modo, incalza il sindacato, Amazon minaccia i dipendenti con il cappio del licenziamento, per costringerli a subire in silenzio". L'Usb Viterbo si schiera contro questa schiavitù, mascherata da assunzione: i lavoratori non devono essere costretti a scegliere fra stipendio e lavoro, da una parte e diritti e sicurezza, dall'altra.
A difesa di questi valori, il sindacato sta conducendo una battaglia, a fianco dei lavoratori e invita tutti coloro che subiscono qualsiasi tipo di sfruttamento a rivolgersi all'Usb, anche in forma completamente anonima, tramite il sondaggio: docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc2I12HtT04sw3n4p7wluyGW6rZs3CpMEWKufNs7-QvOZ7pYA/viewform