Giovedì 29 giugno abbiamo effettuato un picchetto antisfratto in via di Oratoio a Riglione, in difesa di una famiglia con due minori. La casistica è la stessa di tante altre: perdita del lavoro, morosità incolpevole e quindi rischio di perdere anche un tetto sulla testa.
Poco prima e durante l’ultima campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Pisa le mobilitazioni per il diritto alla casa avevano ottenuto un impegno formale da parte del sindaco Conti e dell’allora assessora alla Casa per la messa a disposizione di 50 case tra le centinaia vuote nel patrimonio abitativo pubblico cittadino. Un provvedimento tampone per rispondere ai casi più urgenti di famiglie a rischio.
Come sappiamo le case popolari vuote gestite da Apes a Pisa sono oltre 180, che rimangono tali perché mancherebbero le risorse per le ristrutturazioni. Risorse che invece si trovano sempre per l’abbellimento del centro storico, del litorale o per costruire nuove basi militari.
Mettere a disposizione queste abitazioni vuote darebbe una prima risposta e sarebbe un segnale di volontà politica che evidentemente non c’è. Per la soluzione definitiva del problema casa a Pisa andrebbero requisiti parte degli oltre 4.000 alloggi privati sfitti e varata una politica abitativa completamente diversa da quella adottata dalle amministrazioni succedutesi da oltre 30 anni a palazzo Gambacorti.
A settembre è prevista una valanga di nuovi sfratti. Come risponderà la giunta comunale?
La nuova assessora alla Casa Giovanna Bonanno sta rinviando e disdicendo richieste di incontro da parte del nostro sindacato e di famiglie bisognose di casa. Non ci rassegneremo certo di fronte a questo atteggiamento di chiusura. Torneremo sotto le finestre del Comune di Pisa e di Apes per ottenere politiche abitative adeguate a rispondere ai bisogni di un numero sempre maggiore di famiglie a rischio sfratto.
Asia USB Pisa