Il 22 giugno ci sarà una manifestazione nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil dal programmatico titolo “Lavoro è democrazia” a cui presumibilmente parteciperanno qualche decina di migliaia di persone. Alle migliaia di funzionari si affiancheranno anche una parte di coloro che oggi soffrono una condizione di cassa integrazione, mobilità, disoccupazione, sfruttamento a causa proprio degli accordi succedutisi negli anni, tra i sindacati promotori della manifestazione e il padronato, in ossequio alle ricette liberiste di uscita dalla crisi. La vittima andrà a braccetto con il proprio boia.
La manifestazione, lungi dall’avere alla sua base una piattaforma di lotta che riguardi le persone in carne ed ossa, ha molto il sapore dell’assist al governissimo Letta che, sussumendo al suo interno praticamente tutte le forze a cui fanno riferimento cgil, cisl e uil, oggi può contare sulla benevolenza sindacale dei sindacati complici cui ha restituito una funzione.
Tutto già visto, tutto risaputo. Quello che più stride è forse il fatto che nello slogan della manifestazione ci siano le parole DEMOCRAZIA e LAVORO senza che queste si declinino anche in relazione tra loro. Cioè, a quando la DEMOCRAZIA nel LAVORO?
Ovvero quando le lavoratrici e i lavoratori avranno veri strumenti democratici per contare nelle scelte che si operano in quei luoghi di lavoro in cui passano grande parte della propria vita? Proprio i promotori della passeggiata di sabato sono i responsabili di un accordo, elogiato anche da Landini (sic!), che blinda e privatizza la democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro, proprio loro, assieme a confindustria, hanno inventato un meccanismo perverso di verifica della loro, e solo della loro, rappresentatività per definire formalmente un reciproco riconoscimento ed escludere il conflitto e chi lo organizza.
Se a qualcuno fosse oscuro il significato e la ratio di questo accordo riportiamo le parole di un personaggio, che sicuramente non può essere tacciato di contiguità con noi, apparse su “La Stampa” del 21 giugno 2013: "…Lo fa notare un battitore libero come Giuliano Cazzola, una vita in Cgil, già deputato Pdl di area socialista:” Ora si può dire: i rapporti di questo governo con sindacati e con Confindustria sono migliori di quelli intrattenuti con gli esecutivi precedenti. Camusso, dopo l’accordo sulla rappresentanza, ha neutralizzato Landini, è più libera di far politica e la segreteria Epifani nel Pd favorisce questa tendenza”.