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Editoriale

A Roma quattro giorni vissuti intensamente che rafforzano Eurostop e USB

Roma,

L’Unione Sindacale di Base è stata in prima fila nelle mobilitazioni indette dalla Piattaforma Sociale EUROSTOP contro le celebrazioni dei 60 anni del Trattato di Roma, con le parole d'ordine costituite dai tre NO all'Euro, all'Unione Europea e alla Nato. La giornata che ha avuto maggiore risalto è stata sabato 25 marzo quando si è svolta una grande manifestazione a Roma, ma venerdì 23 si era già tenuto un incontro internazionale tra sindacalisti della Federazione Sindacale Mondiale (FSM) ed esperti economisti su “Il ruolo dell’Unione europea nella competizione internazionale” e il giorno precedente il convegno “A 60 anni dai Trattati di Roma - Costituzione e Trattati Europei” che aveva visto tra gli altri una relazione di Paolo Maddalena, Vicepresidente emerito della Corte Costituzionale. Domenica 26 USB ha poi partecipato all'Assemblea nazionale di Eurostop che ha discusso sulle prospettive e lo sviluppo della Coalizione, ha approvato i documenti presentati e la Carta che ne identifica obiettivi e identità e ha deciso di costituire commissioni di lavoro per preparare l'Assemblea costituente che si terrà nel mese di giugno 2017.


Una quattro giorni che USB ha vissuto intensamente svolgendo un ruolo di primo piano in tutte le iniziative. Certamente la più impegnativa è stata la giornata del 25 che ha visto la manifestazione nazionale a Roma con migliaia e migliaia di partecipanti. Una manifestazione che si è contrapposta alle altre che si sono tenute a Roma in occasione del vertice dei capi di stato dei paesi della UE.

Una “città blindata”, avevano annunciato istituzioni, partiti, stampa e televisioni, per tentare di impedire a tanti di scendere in piazza, terrorizzati dalla previsione di presunti scontri con la polizia e la presenza di black-bloc.

Così non è stato e la manifestazione è stata determinata e pacifica nonostante le provocazioni prima della partenza quando 150 manifestanti su tre pullman sono stati fermati e sequestrati per ore senza alcuna reale motivazione; nonostante il percorso sia stato blindato in modo assolutamente inaccettabile dalla polizia, quasi come se i lavoratori ed i cittadini che camminavano per le strade del quartiere Testaccio fossero pericolosi criminali; nonostante la provocazione finale con la quale la polizia, con uno schieramento mai visto prima d’ora, ha tagliato in due la manifestazione sperando evidentemente in una reazione con il conseguente massacro dei manifestanti.

Scontro che non c’è stato proprio per la freddezza di chi manifestava e il pronto intervento di rappresentanti di Eurostop, tra i quali soprattutto i dirigenti di USB, che hanno coinvolto la stampa, presente anch'essa in forze, denunciando pubblicamente la provocazione delle “forze dell’ordine” e scongiurando così ciò che sicuramente era stato preordinato nei giorni precedenti per dimostrare che contro l’Unione Europea ci sarebbero solo frange di violenti.

La realtà è che le uniche violenze che hanno riguardato il 25 marzo sono state le provocazioni preventive e quelle durante la manifestazione da parte di polizia e carabinieri, evidentemente guidati dal Ministro dell’Interno. E ci domandiamo con chi ce l’avesse il questore di Roma, Guido Marino, quando a fine giornata ha commentato: “L’allarme diffuso era completamente ingiustificato”. Con Minniti? Con stampa e tv? Con se stesso? O Roma è stata militarizzata a sua insaputa?


Il risultato eccezionale è stato quindi quello di aver portato 10.000 persone per le strade di Roma contro ogni previsione e nonostante il clima volutamente creato intorno alla giornata del 25 marzo.

Un risultato ancor più importante che rilancia e sviluppa così l'iniziativa della Piattaforma Sociale Eurostop e di chi al suo interno, come USB, ritiene che i tre NO ad Euro, Unione Europea e Nato debbano essere oggi alla base di ogni rivendicazione sociale in questo paese.