Lunedì 29 maggio a Genova abbiamo effettuato come RSU Acciaierie d’Italia un’assemblea con corteo e presidio in Direzione, fino all’ottenimento di un incontro con la responsabile del personale, Virginia Piccirilli. Un incontro avvenuto soltanto perché abbiamo alzato i toni dopo le comunicazioni che arrivavano dai reparti sulla sospensione delle festività.
Nell’incontro la dirigente ha rimarcato l’errore di comunicazione, ribadendo che solo in caso di fermo impianto non saranno concesse le festività, figlio degli accordi firmati a Roma sulla cassa integrazione – ma non da USB, che aveva segnalato proprio la criticità che ora sta emergendo.
Purtroppo abbiamo dovuto rilevare nuovamente una mancanza organizzativa e di visione futura da parte di Acciaierie d’Italia, che ci preoccupa e che ha soltanto partorito a fine incontro una garanzia di monitoraggio settimanale sul piano ferie.
Nonostante l’avvio dell'AFO2 e un bilancio che ha chiuso il 2022 con un margine operativo lordo pari a 327 milioni di euro e un risultato netto di 84,6 milioni di euro, Acciaierie d’Italia utilizza lo strumento della cassa integrazione come fattore economico a spese anche dei lavoratori, a cui non viene riconosciuto nessun premio di risultato.
Riteniamo preoccupante ed inaccettabile che non ci siano nuovi appuntamenti al Ministero dello Sviluppo Economico per avere certezze su un piano industriale e di rilancio. Non vediamo investimenti sul sito di Genova, ma soltanto la resilienza dei lavoratori, unici eroi in una situazione paradossale.
Coordinamento USB Acciaierie d’Italia Genova