Nell’ultima assemblea i lavoratori e le lavoratrici hanno chiesto alle organizzazioni sindacali di alzare il tiro, con iniziative incisive per uscire dalla situazione della rana bollita e rilanciare la vertenza JSW di Piombino.
Fim, Fiom e Uilm con una fuga in avanti, hanno dichiarato sciopero per il giorno 19 luglio, con il solito corteo funebre, con comizio sotto il comune, dimenticando che il primo responsabile è la multinazionale che ha preso finanziamenti pubblici, senza investire un euro.
Abbiamo un presidente di Regione che da anni promette il rilancio dell’acciaieria e del territorio, che ha spinto per la nomina come amministratore delegato di Carrai, già presidente di Toscana Aeroporti.
Nell’ultimo incontro al Mise, la proprietà ha ripresentato il solito piano industriale mai applicato e in più ha richiesto l’intervento pubblico per la realizzazione del forno elettrico.
Una situazione inaccettabile per i lavoratori e le lavoratrici di Piombino, ormai rinchiusi in limbo da circa 10 anni.
Il territorio ha bisogno di una vero piano industriale, servirebbe che la cassa integrazione fosse legata a vincoli precisi, che prevedono investimenti, il nuovo addendum e l’ultimo lotto della commissione delle rotaie.
Piombino deve tornare a essere un nodo centrale, come deve esserlo tutto il settore siderurgico, invece siamo nelle mani di un governo che non sta facendo e non farà niente, visto il piano di investimenti e infrastrutture presentato per il PNRR e per questo la multinazionale o investe o deve essere cacciata, nazionalizzando così l'acciaieria.
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