Inizia oggi un percorso di lotta per i diritti dei Lavoratori del commercio e dei servizi nella nostra provincia, sostiene Lino ROCCHI della USB Viterbo, abbiamo scelto quale luogo simbolo di questa prima iniziativa uno degli oltre settecento negozi della catena Acqua e sapone perché siamo rimasti molto colpiti, del loro sistema “Timbrature”, infatti, i dipendenti sono obbligati a registrare le presenze giornaliere tramite l’utilizzo delle impronte digitali, neanche fossero degli addetti all’area 51 degli Stati Uniti, (dove, narrano le cronache sono conservati i resti dei marziani), o recitassero in uno degli episodi di C.S.I.
Della vicenda abbiamo interessato il garante per la protezione dei dati personali, inviandogli una specifica segnalazione, ed altre le invierà a tutti gli organi preposti, prosegue Luca PAOLOCCI responsabile per la provincia di Viterbo della USB servizi e commercio, ma ci stiamo interessando della catena acqua e sapone anche e soprattutto perché nonostante sia una delle poche Aziende in costante crescita, ci sono arrivate segnalazioni di lavoratori assunti con regolare contratto che improvvisamente si licenziano, ed il Loro posto viene preso da cooperative di facchinaggio anche per lavori che i “facchini”, a parer nostro, non dovrebbero svolgere!
Con questa prima, e non ultima iniziativa intendiamo richiamare l’attenzione di tutti gli organi competenti sulle vicende descritte e più in generale sulle condizioni di lavoro dei dipendenti del commercio nella nostra provincia, aggiungono Rocchi e Paolocci.
Per troppi anni Viterbo è stata preda di commercianti che hanno abusato di ogni tipo di “contratto” per arricchire le loro tasche.
Per troppi anni la sicurezza non è stata al centro del lavoro ma, sacrificata sull’altare del profitto.
Per troppi anni sindacati, a dir poco compiacenti, hanno chiuso gli occhi sulle condizioni dei lavoratori del commercio.
Si diceva meglio poco che niente. Bene adesso che è arrivato il niente? Adesso che le chiusure dei negozi sono all’ordine del giorno e i contratti offerti sono sempre più precari e privi di qualsiasi tutela?
Forse sarebbe stato meglio, È SEMPRE MEGLIO, rivendicare, gridare e pretendere la legalità e la dignità dei lavoratori.
Noi diciamo basta, la USB c’è ed attua oggi un nuovo/antico modello di lotta per i dipendenti più a rischio di vessazioni, per riconquistare i diritti sanciti dalla legge 300 del 1970, per un lavoro in cui siano compresi dignità, legalità e pari opportunità.
Viterbo 6 aprile 2013.
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Lino ROCCHI Luca PAOLOCCI