Sono 52 i lavoratori che un mese fa hanno ricevuto una comunicazione da parte di Adecco Professional Solutions Srl nella quale veniva dato loro il “benservito”.
Si tratta di 52 dipendenti, con le relative famiglie, dislocati nelle città di Bologna, Firenze, Milano, Roma e Torino, che dopo anni di servizio e d’impegno si vedono recapitare una missiva che li informa del “fine lavoro”. Fine appalto con il cliente ENI S.p.A. per l’assistenza nel servizio car-sharing “Enjoy” che condanna i lavoratori alla disoccupazione.
Il 21 febbraio scorso la società, che fa parte del Gruppo Adecco, ha inoltrato loro una comunicazione formale nella quale ha già chiarito di “non poter adottare misure idonee a porre rimedio a questa eccedenza”.
Il servizio di outsourcing viene declamato nei siti istituzionali del gruppo come una soluzione di estrema convenienza aziendale che limita il rischio d’impresa per la società cliente e che lo addossa all’outsourcer (Adecco).
Quale rischio d’impresa? Finita la commessa la società provvede a licenziare 52 lavoratori salvando i manager. Il rischio lo assumono sempre e solo i dipendenti.
Outsourcing o “esternalizzazione”: è il sistema per precarizzare il mondo del lavoro. Contratti a tempo indeterminato spazzati via da un “fine appalto”.
Adecco utilizzi la sua grande e reclamata rete commerciale per salvare il posto di lavoro di 52 lavoratori.
Come USB - Unione Sindacale di Base vogliamo fare luce su questa procedura e assistere i lavoratori coinvolti affinché non si giunga ad una mera accettazione del comunicato e alla soppressione di decine di posti di lavoro.
p.USB Lavoro Privato
Vincenzo Lauricella