Quando l’anno scorso è scoppiata la pandemia la mancanza di un coordinamento centrale ci ha costretto ad una lunga fase di scontro, ufficio per ufficio, per cercare di trovare un equilibrio fra lavoro e sicurezza.
Ora che si tratta di rientrare in servizio sta accadendo la stessa cosa, ci si fa superare dagli eventi e in questi giorni siamo stati costretti di nuovo ad intervenire per contrastare iniziative di sostanziali rientri in massa e senza regole che mettono di nuovo a forte rischio la sicurezza sanitaria in molti dei nostri uffici, i quali, in mancanza di direttive, si stanno muovendo ognuno per conto proprio.
Speravamo che la riunione di oggi, che aveva all’ordine del giorno proprio le modalità di rientro e di controllo dei green pass, fosse l’occasione di per rimediare in extremis.
Invece si è trattato di una veloce lettura della Cad predisposta dall’amministrazione – e neanche inviata preventivamente ai sindacati – dove non si è fatto altro che riprendere le disposizioni di legge vigenti, senza linee di indirizzo che guidassero gli uffici in questa delicata fase di transizione.
Non ci aspettavamo certo che con una direttiva si risolvessero tutte le criticità che l’accelerata impressa dall’“economia del panino” di Brunetta inevitabilmente comporterà, ma che almeno si provasse, nell’ambito dell’autonomia lasciata dal contesto normativo, a scongiurare una gestione traumatica di questa fase delicata.
Pensiamo che questo sia il ruolo di una Direzione del Personale, e non quello di fare un collage dei provvedimenti normativi lasciandone la libera interpretazione agli uffici.
Come ci si comporterà con il lavoro agile nella fase transitoria? Ferma restando la tutela dei lavoratori fragili, come, e se verrà garantita la gradualità dei rientri? Come si adegueranno i protocolli di sicurezza nazionali e locali, ancora in vigore, alla nuova fase?
Noi pensiamo che, seppure dando prevalenza al lavoro in presenza, il DM lascia spazio ad un ricorso generalizzato al lavoro agile che garantirebbe la gradualità necessaria alla verifica dei protocolli di sicurezza a livello locale, la gestione di eventuali casi di quarantena o di passaggio di alcune zone a “colori” che prevedono misure di contenimento più severe.
Allo stesso modo pensiamo che l’aumento del personale in presenza vada accompagnato da screening frequenti e gratuiti per tutto il personale e che vadano indicati i dirigenti come unici soggetti deputati al controllo ovunque possibile, senza delegare il personale.
Questi sono problemi che ci siamo posti e abbiamo posto all’Agenzia, senza ottenere alcuna risposta. Un atteggiamento irresponsabile ed irrispettoso, non solo nei confronti delle organizzazioni sindacali, ma soprattutto dei Lavoratori e della loro sicurezza.
A tutti i dirigenti che saranno chiamati a gestire in queste ore i rientri lo diciamo chiaramente: non faremo sconti, il DM Brunetta non vi mette al riparo dalla responsabilità in materia di sicurezza che avete in qualità di datori di lavoro ai sensi del d.lgs 81/2008; siamo ancora in uno stato di emergenza sanitaria e non può esserci una “tana libera tutti”: la salute dei lavoratori vale più dell’ idea, la cui validità è peraltro tutta da verificare, di spingere alla crescita il PIL con le pause pranzo…
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