Dopo la conclusione dei lavori dell’O.P.I. (Organismo paritetico per l’innovazione previsto dagli ultimi CCNL) l’11 marzo è stata fornita l’informativa alle OO.SS. sulla riorganizzazione territoriale.
Rispetto alla bozza presentata inizialmente, alcune osservazioni da noi formulate in sede OPI sono state accolte, in particolar modo quelle sul funzionamento dell’Antifrode (eccezion fatta per l’inopportuna di istituire uffici dirigenziali nelle regioni più piccole) e sull’avvio graduale della riorganizzazione, con la previsione di una fase sperimentale che preveda, in principio, il coinvolgimento di una sola Direzione Territoriale da individuarsi.
È stata inoltre divisa la Direzione Liguria dalla Direzione Piemonte e Val d’Aosta e istituite altre sedi dirigenziali per i Laboratori chimici.
Queste modifiche, a nostro avviso, non migliorano la complessiva distribuzione delle sedi dirigenziali prevista dalla riorganizzazione e mal si conciliano con le esigenze di uniformità e omogeneità dichiarate.
Avremmo condiviso la motivazione illustrata dal Direttore dell’Agenzia sul declassamento di alcuni uffici dirigenziali, ovvero quella di liberare risorse per le attività più operative, per quegli uffici, non provinciali, caratterizzati da una situazione di particolare criticità dovuta alla storica difficoltà ad incrementare gli organici o ad alcuni micro-uffici dirigenziali istituiti di recente.
Ma quelle stesse motivazioni perdono coerenza se da una parte si ampliano a dismisura alcuni uffici territoriali e dall’altra si parcellizzano alcuni settori, declassando contestualmente Uffici con carichi di lavoro, competenze ed estensioni territoriali imparagonabili ai nuovi micro-uffici che si vorrebbero istituire con questa riorganizzazione.
Su questo e su altri aspetti il confronto in sede OPI è stato carente, dimostrando l’inutilità di questo Organismo inserito nei CCNL come contentino ai sindacati a fronte della sottrazione delle materie legate all’organizzazione del lavoro dalla contrattazione.
È mancata una fase di discussione e di approfondimento collettivo su alcune scelte strategiche dell’Agenzia che, alla conclusione del confronto, condivise o meno, dovevano almeno risultare comprensibili alle lavoratrici e ai lavoratori che questa riorganizzazione saranno chiamati a realizzarla in concreto.
Importanti rassicurazioni sono state fornite sulle ripercussioni in termini di mobilità coattiva, ma molte altre risposte sulle ricadute della riorganizzazione sul personale non sono state esaustive.
Ad esempio, come può in concreto avvenire l’integrazione delle restanti attività dei monopoli nei nuovi uffici territoriali che non incorporano nel proprio ambito di riferimento ex uffici o sezioni monopoli? Come si gestiranno i provvedimenti di cui si prevede il trasferimento dagli uffici ADM alle Direzioni territoriali, che si ritroveranno a gestire un lavoro attualmente distribuito senza avere un organico adeguato e le necessarie competenze?
I generici riferimenti all’analisi dei fabbisogni che ogni anno avviene con il PIAO non possono essere considerati una risposta soddisfacente.
Stesso discorso sulla mappatura dei processi e la responsabilità del procedimento. Al contrario di molte altre amministrazioni in questa Agenzia non ci sono mai stati particolari problemi su questo aspetto proprio perché ci si è dotati da tempo di un Regolamento che con chiarezza li poneva in capo a chi adotta il provvedimento, mentre con la riorganizzazione alcune attività verranno adottate dai Direttori Territoriali ma la responsabilità del procedimento viene posta a chi cura l’istruttoria. La risposta che ci è stata data, ovvero che per la prima volta nella storia dell’Agenzia è stato elaborato un documento che traccia i procedimenti e i relativi responsabili ai sensi della L.241/90, non può che lasciarci perplessi.
Avremmo di gran lunga preferito, quindi, che nella riunione dell’OPI del 4 marzo avessero trovato spazio ulteriori approfondimenti su alcuni temi, piuttosto che le macchine fotografiche che immortalavano la conclusione del confronto su questa riforma definita epocale.