Cgil Cisl e Uil, hanno fatto circolare in questi giorni una richiesta di incontro sullo smart working, senza data, in cui ci informano che “Le recenti novità legislative contenute nel cosiddetto “Decreto COVID” hanno prorogato al prossimo 30 giugno il regime semplificato emergenziale, dando la possibilità di utilizzare il lavoro agile secondo regole semplificate rispetto alla normativa contenuta nella legge n.81/2017.”
Ebbene il decreto a cui si riferiscono è stato in effetti approvato nel Consiglio di ministri del 17 marzo, con tanto di comunicato stampa sul sito del Governo e conferenza stampa del ministro della Salute in cui se ne anticipavano i contenuti, ma ad oggi non è stato ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Scrivere ufficialmente come se fosse già in vigore può essere considerata una prassi discutibile ma, a parte i formalismi, se i contenuti del decreto fossero quelli riportati da Cgil Cisl Uil potrebbe essere un particolare ininfluente nella sostanza. Del resto è un decreto, come abbiamo detto, i cui contenuti sono stati anticipati dal Governo e le cui bozze sono circolate sulla stampa.
Il problema è che il decreto non dice quello. La proroga a cui fanno riferimento riguarda il lavoro privato e le categorie considerate “fragili”, ma non il pubblico impiego, per il quale continua ad essere in vigore il decreto della Funzione Pubblica del 8 ottobre, 2021, che già superava la fase emergenziale dettando una disciplina transitoria nelle more della definizione dei P.I.A.O. e dell’entrata in vigore della disciplina del lavoro agile definita dal nuovo CCNL Funzioni Centrali, prevedendo gli accordi individuali e la prevalenza del lavoro in presenza.
Per questo, già dal 4 marzo, USB/P.I. ha scritto all’Agenzia chiedendo un confronto urgente sulle misure da adottare per il passaggio dalla situazione emergenziale, al momento fissata al 31 marzo 2022, a quella ordinaria, sottolineando come tale fase transitoria andasse necessariamente affrontata con gradualità e prudenza, mantenendo il lavoro agile quale strumento di tutela della salute dei lavoratori. (link)
Perché evidenziamo questo “errore” interpretativo di Cgil, Cisl e Uil?
Perché non vorremmo che la propaganda preelettorale abbia suggerito di far stare tranquilli tutti ma, quando verrà fuori che il decreto Covid non prevede quello che è stato scritto, spostare il dibattito su cosa prevede/non prevede il nuovo decreto possa dare una sponda a chi non vuole più tenere conto degli accordi individuali firmati facendo passare che il DM del 8 ottobre 2021 non è più in vigore….
Per noi nulla deve cambiare dal 1° aprile a prescindere dal nuovo “decreto Covid”, andatevi a rivedere gli accordi individuali che sono stati firmati utilizzando il modello predefinito dalla stessa Agenzia: valgono fino alla definizione dei P.I.A.O. e dell’entrata in vigore della disciplina del lavoro agile definita dal nuovo CCNL Funzioni Centrali perché questo diceva il decreto dell’8 ottobre….
CHE A NESSUNO VENGA IN MENTE DI ANNULLARLI UNILATERALMENTE!!!