Ieri siamo stati informati che dal 4 aprile verrà attivato l’Ufficio delle dogane di Roccella Jonica.
Non è solo la data ad essere assurda, il giorno prima delle elezioni RSU che non potranno quindi svolgersi nel nuovo ufficio. Sono assurde anche le motivazioni che hanno giustificato l’esigenza di aprire un ufficio delle dogane di livello dirigenziale in un piccolo comune: la gestione dello smaltimento delle imbarcazioni dei migranti.
Come se gli sbarchi e l’abbandono delle imbarcazioni avvenissero solo su quel tratto di costa.
Invece che rinforzare gli Uffici territorialmente competenti, la Direzione regionale e l’Ufficio di Reggio Calabria, istituendo una S.o.t. a Roccella Jonica che avrebbe garantito un presidio di quel territorio funzionale anche con tutti gli altri compiti istituzionali che gli uffici delle dogane devono garantire, si decide di aprire un ufficio delle dogane di livello dirigenziale sui generis, con compiti limitati e completamente al di fuori dell’organizzazione territoriale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Da anni la priorità sarebbe dovuta essere l’integrazione funzionale fra gli uffici delle dogane e dei monopoli, ed è da anni che aspettiamo risposte sulle modalità con cui si intende attuare. Nel frattempo si continua a cambiare i connotati all’Agenzia con scelte discutibili, istituendo uffici che renderanno questa integrazione ancora più difficile in futuro.
Ancora una volta l’impressione è che non è importante il lavoro da svolgere quanto il proliferare di posti dirigenziali.
Tutto si può fare con atti di “micro organizzazione”, con una semplice informazione ai sindacati e senza sottoporre progetti di riorganizzazione al ministero vigilante, basta curare l’immagine all’esterno con comunicati stampa efficaci e video in divisa.
Che se poi, a colpi di micro organizzazione, si stravolge l’Agenzia è un dettaglio.