I lavoratori sono stati valutati con discrezionalità da parte del valutatore, visto che la valutazione è sintetica e non supportata da dati oggettivi. Le valutazioni sono state vissute con il malcontento generale, essendo troppo spesso errate ed offensive nei confronti dell’attività svolta.
I numerosi ricorsi presentati dai lavoratori sono la riprova che il sistema è iniquo, non obiettivo, che presenta numerosi punti di caduta. Ma finché la procedura dettata dall’accordo nazionale sull’attuazione nel 2009 degli sviluppi economici all’interno delle aree viene osservata, si rimane all’interno delle contestazioni, delle opinioni, della messa in discussione, del fatto che si poteva fare meglio o altrimenti. Ma quando quelle stesse regole vengono violate, allora abbiamo l’obbligo di denunciare i fatti.
Ma all’U.P. di Cagliari si è andati oltre; le schede del riesame della valutazione sono state riconsegnate per lo più dalla segreteria e non dal direttore, violando il diritto alla privacy dei lavoratori. Ma la cosa più grave è che tali schede dopo essere state riconsegnate, con la modifica o riconferma della valutazione iniziale e la relativa motivazione, sono state successivamente (anche a distanza di diversi giorni) rimodificate (in positivo) per l’intervento, avvenuto solo per alcuni “lavoratori”, della sigla di appartenenza (UGL, UIL, CGIL), che hanno chiesto ed ottenuto un ulteriore colloquio non previsto dalle regole, quelle stesse regole sottoscritte e firmate dalle stesse sigle sindacali e poi violate da coloro che garanti dovevano essere delle medesime. Ma non sono le sigle a firmare accordi per avere regole certe per tutti? Anche i restanti lavoratori non hanno diritto ad avere una tutela del proprio percorso di sviluppo economico? Questi non sono atteggiamenti ricattatori? E perché l’amministrazione si è prestata a questi abboccamenti?
A questo punto è lecito immaginare cosa non potrà succederà a Roma per i ricorsi di secondo livello?
E’ lecito chiedersi se ci saranno liste di raccomandati, liste di iscritti per avere un mezzo punto o un punto intero in più? Ci saranno pressioni sull’amministrazione per alzare o portare a sei (il massimo) i voti di questo e quell’altro o magari di un sindacalista regionale di questa o quella sigla? Ma questa, che doveva essere una procedura trasparente, non può e non deve diventare una procedura dove trionfa l’intrallazzo, dove le sigle dimostrano il loro potere muscolare di difesa delle clientele? Sono domande a cui in cuor nostro abbiamo la risposta, visto il clima che si respira nel paese.
Capiate ora perché le sigle avallato il sistema valutatorio mentre la USB è l’unica ad aver firmato con nota a verbale, sottolineando che la valutazione poteva esse accettabile solo se si fosse realizzato un passaggio economico per tutti e questo continua ad essere il nostro obiettivo.